giovedì 26 marzo 2009

DOVE VIVONO I MOSTRI


Mentre il Parlamento notifica il diktat vaticano sull'alimentazione forzata, (poco male, allungare ad un infermiere una mazzetta per un'overdose di eroina sarebbe una soluzione indolore e piuttosto soddisfacente, e poi l'idea di andare nell'aldilà strafatto mi diverte pure) in compagnia dell'immancabile fronda teodem annidata in casa PD, il nostro premier si diletta in facezie sui disoccupati e nel frattempo conferma che il "piano cemento" che il giorno prima non riconosceva come suo sarà passato per decreto se qualcuno continua a discuterne la bontà dei contenuti.
Avevamo giusto bisogno di qualche regalo ai palazzinari.
Aspetto con ansia la prossima frana, possibilmente devastante, per sapere quanto il suolo non fosse mai stato considerato a rischio, nè l'impatto ambientale delle costruzioni abusive non abbia niente a che fare con i sommovimenti del suolo.
Ma è solo questione di pazienza.
Nel frattempo ho avuto modo di conoscere il/la ministro/a Meloni, una squinzietta in carriera dall'eloquio fluente e dalla affabilità di un buttafuori gurka. Era a Ballarò martedì sera.
Il passo più importante della sua prestazione è stato quando è stata messa di fronte alle cifre che sancivano quanto in Italia il primo ammortizzatore sociale per i giovani precari e disoccupati fosse ancora la borsetta di mammà.
Con tono serio la Meloni rispondeva che erano allo studio, difatti, norme per aiutare la famiglia perchè la famiglia è la base della società e bla e bla.
Ora, mi è sconosciuto il motivo per cui dobbiamo sciropparci delle trentenni in pieno trip adolescenziale per sentirci dire cose che starebbero bene in bocca ad un vecchio prete di provincia al secondo fiasco di grignolino.
La Meloni, forse, ignora che le norme di cui i giovani precari ed i disoccupati hanno bisogno sono proprio quelle per cui possano non aver più bisogno della borsetta di mammà, eppure sembrava una domanda così semplice. Quello di cui c'è bisogno non ha niente a che vedere con quello che questo governo di fascioclericali ha in mente, quello di cui c'è bisogno è che il modello familiare sia un modello ripensato alla radice, perchè così come stanno mettendo le cose lei ed i suoi degni compari fra poco la famiglia sarà una bomba ad orologeria destinata ad esplodere.
Ed i segnali ci sono tutti.
Ormai l'hanno quasi detto anche da Bruno Vespa, ma è bene ribadirlo:

(da Rainews24)

VIOLENZA IN FAMIGLIA LA PRIMA CAUSA DI MORTE PER LE DONNE

Non il cancro né gli incidenti stradali [né gli stupratori romeni]: è la violenza tra le mura domestiche la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne tra i 14 e i 50 anni. Sempre più spesso la vittima vive sotto lo stesso tetto dell’autore della violenza.

La casa si conferma come il luogo meno sicuro: nel 53% dei casi infatti l’aggressore è il marito o il partner, seguono le donne che dichiarano di subire violenza dal proprio convivente (9%, dato che raggiunge il 15% nel caso di cittadini straniere), da parte del fidanzato ( 2%), mentre sono soltanto il 2% quelle che dichiarano di aver subito violenza o maltrattamenti da parte di uno sconosciuto.

Sono i dati risultanti dal bilancio sulla violenza alle donne preparato ogni anno dall’Istat, sulla base delle denunce e delle richieste di aiuto avanzate alle forze dell’Ordine (Polizia, Carabinieri), a medici e strutte di pronto soccorso degli ospedali, a centri antiviolenza e associazioni per la tutela delle donne (sportelli antiviolenza, Telefono rosa, consultori).

A questo tema è dedicato un seminario organizzato dalla commissione per le Pari opportunità della Provincia di Pescara dal titolo "La violenza nelle relazioni familiari: conoscere per intervenire", che si rivolge a quanti, nel mondo della giustizia e dell’ordine pubblico, della politica e dei servizi sociali, si occupa di queste tematiche.

L'istituzione familiare è ormai bombardata ed attaccata da tutti i fronti, schiacciata da un potere avido e corrotto che ha tolto risorse primarie finchè ha voluto, il diritto alla casa, al lavoro, il diritto di procreare consapevolmente, il diritto a costruire un futuro, ed ora continuano a basare la loro politica demagogica e populista su quell'istituzione che hanno consapevolmente e scientemente distrutto.
Questo alla Meloni nessuno l'ha fatto notare.
La famiglia è un feticcio inutile, preda di sciacalli che in suo nome perpetrano l'orrore della violenza e della disperazione, puntellando il clima da basso impero in cui sudditi senza più coscienza danzano adoranti ai piedi del Capo mentre questi brucia la città.

Eppure sono sicuro che di questo clima, di questa violenza, di questo sfacelo dell'istituzione famiglia i servi di questa accozzaglia di clericofascisti non ne sentono la minima responsabilità.

Nessun commento: