mercoledì 25 marzo 2009

AVANTI COSI'


La Francia ha una lunga e tormentata storia riguardo le colonie e riguardo al colonialismo in genere: tra gli effetti collaterali positivi c'è stato quello di aver poi creato in patria una delle prime società multietniche europee, al pari dell'Olanda, altro paese dalla storia coloniale ricca e variegata. Come in tutte le oprressioni, quella francese non ha certo badato a mezzi, ma al popolo francese va riconosciuta una coscienza sociale e politica ampiamente superiore alla nostra, un maggior riguardo per le regole interne della democrazia ed un potente fronte di protesta quando si tratta di contrastare scelte governative non proprio popolari.
Scrivevo ieri della replica del Ministero degli Esteri francese al delirio del Cardinale Bagnasco, una replica pacata quanto ferma.
Oggi il fronte papale se ne esce in controreplica rincarando la dose di protervia ed arroganza fino a raggiungere un effetto che sa ormai di patetico. Non che la corte papale abbia qualche possibilità di ispirarmi pena o compassione, ma nella risposta c'è tutto l'armamentario cattolico di ignoranza, ipocrisia, falsità e disprezzo della verità che ne hanno da sempre contraddistinto la poco onorevole storia.
La parola "colonialisti" diretta ai francesi messa in bocca a degli zerbini vaticani suona seria e minacciosa quanto un suonatore solista di kazoo che intoni una marcia funebre.
I più grandi assassini di massa della Storia hanno la faccia di parlare di colonialismo: capirete che l'effetto comico è assicurato.
E lanciano il consueto monito a ditino alzato dicendo che non ci si può permettere di dare lezioni al Papa, a questo Papa. E qui si comincia a smascellare dalle risate.
Perchè questo Papa, come gli altri suoi predecessori, hanno un'autorità morale pari a zero presso milioni di italiani ma in numero ancora più enorme in percentuale non appena si mette piede fuori dallo stivale italiota; e per quanto riguarda le lezioni al Papa per questa immensa moltitudine di cittadini la lista di chi può dare lezioni al Papa è lunga quanto l'elenco telefonico di Pechino. Strano che la cosa non sia presa in considerazione dai Torquemada de "L'Avvenire", ma si sa che per un cattolico il rapporto con la realtà è una questione parecchio controversa.
La conclusione poi, con la solita ingerenza nelle leggi di Stato, critica nei confronti della politica assistenziale sull'interruzione di gravidanza, rischia di provocare uno tsunami di risate, pensando alla reazione che avranno i politici francesi alla proposta di social-card per le gestanti; l'elemosina, infatti, è notoriamente il mezzo perfetto col quale la Chiesa risolve i problemi delle masse proletarie.
Credo che sia l'ora per i francesi di rispondere con l'arma più letale: una composta indifferenza.
Quando l'avversario tocca il fondo del ridicolo meglio non infierire.

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