mercoledì 11 marzo 2009

PRETI




Cattolici, una garanzia.
Stavolta è una sentenza della Cassazione che ha aggirato la libertà d'espressione di blog e forum, sequestrandoli.
Il motivo? Hanno parlato di quanto una ben conosciuta categoria, quella dei preti, si diletti con un consistente numero di praticanti nell'arte della molestia sessuale verso dei ragazzini.
Quello che è uscito fuori, mediaticamente parlando, dopo la divulgazione dell'inchiesta "Sex crimes and the Vatican" e soprattutto dopo l'enorme quantità di denaro che la Chiesa americana ha dovuto tirar fuori per risarcire le vittime dei vizietti dei loro prelati è stato semplicemente l'acclarare una realtà già conosciuta da un discreto numero di persone, ed altrettanto nascosta da altre; nascosta soprattutto dai vertici della Chiesa Cattolica, la quale si profonde in contrite scuse solo quando i casi sono stati così abnormemente chiari da non aver altra via d'uscita. Altrimenti, zitti e buci, si cambia parrocchia, una tiratina d'orecchi e via verso nuove avventure.
Nei blog e nei forum dove se ne è discusso è calata la mannaia della Cassazione, grazie ad una denuncia di Don Fortunato Di Noto, il prete che si fregia di essere uno dei paladini della lotta alla pedofilia. E che però vidi fregiarsi di una figura barbina una volta messo al fianco di Don Fisichella nella celeberrima puntata di "Anno zero" durante la quale venne mostrato "Sex crimes and the Vatican". E dico barbina per non dire di peggio; anche i preti impegnati in "lotte" (virgolettato) dalle nobili intenzioni, evidentemente, hanno i loro puntuali distinguo quando si toccano gli amichetti.
Ed infatti secondo Don Di Solito Noto i blog e i forum incriminati hanno "offeso il comune sentimento religioso", quindi vanno chiusi.
E la Cassazione, pur riconoscendo la caratteristica peculiare dei blog e dei forum incriminati, ha anche riconosciuto l'offesa a cui Di Solito Noto ha fatto riferimento, quindi via al sequestro.
Ora, punto primo: la lotta alla pedofilia non è un'esclusiva competenza del prete catanese, almeno così mi risulta. E di come e qualmente ci sia un consistente numero di prelati dediti al sollazzo sessuale con ragazzini/e questo è argomento che riguarda tutti, non solo i dipendenti del Papa; visto quanto ci costano, anche a noi laici, mi sembrerebbe il minimo almeno poter commentare dei comportamenti criminali da parte di questa casta, la quale non perde occasione per dare lezioni di etica a laici, atei, agnostici e senzadio vari. Ma ecco che quando si tratta di rendere conto delle proprie porcherie anche i sedicenti preti coraggiosi tornano ad essere i veri cattolici DOCG, DOP, certificati ISO 900. Censurare, chiudere, sequestrare, mettere a tacere. Questo è l'unico modo che hanno per cercare di nascondere quello che sono: una setta che protegge dei pedofili. E che riconosce allo Stato il diritto di perseguire penalmente questi criminali solo quando i casi sono clamorosi ed indifendibili.
Sul "comune sentimento religioso" se ne potrebbe discutere; ma quale comune sentimento religioso è quello che si offende mettendo a nudo dei fatti acclarati, alcuni dei quali già condannati in sede giudiziaria, quale comune sentimento religioso è quello che preclude a dei cittadini che contribuiscono sostanziosamente a versare fiumi di denaro nelle casse vaticane di discutere sulle porcate di questi parassiti? Quale sentimento religioso comune è quello che nega una presa di coscienza comune su un fenomeno che riguarda milioni di bambini?
Si fidi la Cassazione: c'è un comune sentimento laico che non solo è quotidianamente offeso dalla categoria dei religiosi; offeso con arroganza e protervia, offeso con la loro fetida ipocrisia, con il loro "comune sentimento protettivo" verso questi maiali.
Si fidi la Cassazione: un prete che ha veramente a cuore la lotta alla pedofilia non cerca di censurare in nome di un "sentimento religioso" che riguarda una piccolissima percentuale di persone rispetto al comune sentimento che vorrebbe almeno veder sottoposti alla Legge dello Stato chiunque molesti dei ragazzi plagiati da una sedicente autorità spirituale e comunque ha tutto il diritto di discuterne, parlarne e trarne conclusioni.
Quello riconosciuto dai giudici è un sentimento religioso schifoso col quale, si fidi la Cassazione, nessun cittadino onesto vuole avere a che fare.

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