Eravamo tutti in fibrillazione. Un comizio di Mario Borghezio proprio davanti al Teatro Goldoni di Livorno; per gli smemorati da quel teatro partì, il 21 gennaio 1921, la scissionedel Partito Socialista italiano da cui nacque il Partito Comunista da lì a qualche centinaio di metri, nell'allora Teatro San Marco. Livorno è una città fieramente antifascista, dalla forte anima popolare ed operaia, con un tessuto sociale che si è sempre riconosciuto nell'etica della solidarietà sociale ed è stata una roccaforte del PCI per tutti i 50 anni post-guerra, anche se la classe politica cittadina non ha mai espresso nomi da primo piano. Il Teatro Goldoni è un luogo prima di tutto simbolico per tutti coloro che in città si riconoscono nei valori della sinistra. E in città sono la stragrande maggioranza. Che la Lega avesse scelto proprio la Piazza antistante il Teatro Goldoni per il comizio di Borghezio é quindi suonata come una provocazione, e di quelle con il carico da 11, seguita poi da dichiarazioni spavalde del fascista in camicia verde, ben deciso a profanare tanto luogo per ribadire il celodurismo leghista anche nella città più "rossa" d'Italia. Ora si dà il caso che la città ha risposto. Lo aveva già fatto la volta precedente quando, approfittando di uno spazio pubblico (la sala della Circoscrizione 2) concessogli dal sindaco Cosimi, aveva tenuto il suo incontro con uno sparuto drappello di destroidi locali; l'evento fu stato gestito in maniera demenziale: incontro in precedenza fissato alle 15 e spostato alle 17,30 permettendo così agli ultras livornesi, ben sostenuti da una folta rappresentanza di antagonisti ed antifascisti venuti anche da fuori città, di esprimere il proprio dissenso sulla presenza di un simile figuro in città. Il risultato fu più o meno questo:
Io ero presente e posso dire che in quel frangente vidi diversi poliziotti feriti, ad uno prestai anche il fazzoletto per pulirsi una discreta abrasione ad una gamba provocata da una mattonata, e questo solo perchè si tratta pur sempre di un dipendente dello Stato stipendiato anche da me. Borghezio ha comunque ritentato la fortuna, siamo in campagna elettorale per l'elezione del sindaco, a Livorno il centrodestra ha presentato Marco Taradash che aveva all'inizio dato il suo assenso all'iniziativa, il segretario locale della Lega Baggiani aveva iniziato la prima crociata mediatica prendendo a pretesto la ormai non più originale solfa del prodotto locale lanciando anatemi contro gli esercizi dove si spaccia kebab, ricevendo sonore pernacchie anche dai giovanissimi frequentatori dello struscio in centro, dopodichè è successo che i militanti che avevano messo su un gazebo venissero presi a male parole da una ragazza di poco più di vent'anni, subito denunciata insieme ad un signore sulla sessantina che chiedeva spiegazione di tanto zelo su una ragazza per due epiteti. Ma la mobilitazione è stata ancor più decisa in tutta la città, dall'area antagonista a quella della sinistra extraparlamentare (eh già, chissà che non gli faccia bene un pò di quarantena)anche perchè, nonostante sui nostri media la cosa non venga ricordata abbastanza, il signor Borghezio è questo qua:
e che in Germania, a Colonia, quando ha cercato di presenziare ad una manifestazione "anti-islamica" promossa dall'estrema destra è stato letteralmente cacciato a calci in culo dai cittadini scesi in piazza col sindaco per impedire quella pagliacciata, iniziativa impensabile per i garantisti del delirio di casa nostra, i quali evidentemente hanno memoria cortissima sugli effetti che certe idee hanno avuto sul nostro paese. Purtroppo per i nostri affabulatori da due palle un soldo la gente sa informarsi meglio di quanto loro possono sperare. L'intenzione, comunque, era chiara: una provocazione in perfetto stile fascista, studiata appositamente per creare una situazione di tensione nella quale magari qualche poliziotto avrebbe potuto vendicarsi delle botte prese la volta precedente. Invece tutta la Livorno antifascista ha risposto da subito in maniera inequivocabile con questo comunicato che riprendo dal sito di Senza Soste:
Nessuno spazio per i provocatori fascisti
Borghezio verrà a Livorno a fare il comizio elettorale domenica 29 marzo alle 12 nella piazza davanti al Goldoni, ennesima provocazione di un provocatore professionista che pretende tolleranza dagli altri ma che ha fatto dell'intolleranza verso tutti coloro che non sono bianchi, padani e cristiani, l'oggetto dei suoi comizi.
Parliamoci chiaro: quella della venuta di Borghezio è una trappola e ne siamo ben coscienti. Siamo coscienti che la rivolta spontanea che portò alla cacciata di Borghezio 3 anni fa prese di sorpresa tutti mentre questa ci aspetteranno con reparti celere, telecamere e le denunce già pronte in un cassetto. Ci immaginiamo già le speculazioni di Taradash, il sensazionalismo dei giornali locali e nazionali, le parole dei detrattori della nostra città.
Allo stesso tempo però nessuno può permettere che un simile individuo, dal passato fascistissimo e dal presente mascherato del verde della Lega, possa scorrazzare liberamente nella nostra città, disprezzata da lui e dalla sua gente in quanto troppo popolata da comunisti "froci e amici degli islamici". Ora addirittura definisce brigatista chi lo vorrebbe contestare. Il nostro dissenso e quello di moltissima altra gente è legittimo, così come è legittima l'indignazione e la rabbia di chi non vuol far parlare un essere simile. La libertà di parola è patrimonio della gente comune, non di un europarlamentare xenofobo pagato da noi e cacciato dalla polizia di tutta europa.
E non ci vengano a fare la paternale sulla pubblicità gratuita che facciamo a questi personaggi perché se c'è qualcuno che ha sulla coscienza la pubblicità gratuita a questa gente sono proprio i quotidiani locali, in particolare il Corriere di Livorno, che dalle ronde alla torta concedono ogni giorno prime pagine a personaggi che in città non hanno nessun radicamento e nessun seguito (nemmeno elettorale).
Per questo pensiamo che la contestazione a Borghezio non debba essere un affare da militanti d'avanguardia ma una risposta popolare, di massa e intelligente che mostri a lui e ai suoi pochi seguaci che in questa città non è il benvenuto, ne' al Goldoni ne' altrove.
Da noi tutti il 29 marzo si aspettano la battaglia, tutti si aspettano il grande show della guerriglia. Non glielo daremo. La nostra battaglia è qui, tutti i gironi nella nostra città verso tutti quelli che si comportano da sciacalli, verso tutti i candidati a sindaco che pensano che far parlare Borghezio sia democrazia e che non muovono un dito per arginare la crisi.
Borghezio se ne andrà, i reparti celere anche. Tutti gli altri dovranno rimanere qui.
Anzi, a Borghezio facciamo una proposta che farà risparmiare un po' di soldi ai cittadini: invece della polizia chiamate le ronde a difendervi almeno ci dimostrate che servono a qualcosa.
Domenica 29 marzo, ritrovo ore 10.00 in Piazza Cavour
....CIRCONDIAMOLO....
Comitato Antifascista Livornese
Oggi è giunta la notizia della rinuncia. Meglio così.
La frase "non condivido ciò che dici ma darò la mia vita affinchè tu possa dirlo" mi è sempre sembrata un'emerita cazzata. Ci sono idee che, per chi lotta per costruire un mondo più giusto in cui gli uomini possano vivere veramente liberi, non possono avere nè spazio nè cittadinanza. E vanno combattute, con ogni mezzo. Oggi Livorno ha vinto: contro l'intolleranza fascista, razzista e xenofoba della Lega e del fascista Borghezio. Niente Teatro Goldoni, o meglio il piazzale antistante. Perchè se avesse voluto farlo dentro ci sarebbe stato un ulteriore problema: quale fosse però può saperlo solo chi mi conosce di persona.
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