C'è un equivoco di fondo sul quale si regge questa Repubblica.
Un equivoco che rischia di diventare estremamente pericoloso, e che può avere conseguenze molto gravi se si continua di questo passo.
Dico subito che questo equivoco nasce con la Repubblica stessa, ed é continuato con alterni rivolgimenti sulla vita democratica del paese fino all'entrata in scena di un partito chiamato Forza Italia.
Da quel momento l'equivoco si è svelato come una vera e propria stortura tollerata da una classe politica decisamente connivente quando addirittura complice, e che si manifestava come l'evoluzione finale di quell'equivoco irrisolto già dalla nascita della Repubblica.
Una Repubblica nata dalla Resistenza e dalla lotta di Liberazione, ma che una volta nata non ha saputo, o non ha voluto debellare definitivamente il germe di quel male che l'aveva ridotta ad un cumulo di macerie, divisa, povera e definitivamente a sovranità limitata.
Una Repubblica che non è stata capace di creare le basi per strappare ai nuovi occupanti americani la condizioni per creare delle reali basi culturali, sociali ed etiche affinchè il nostro paese potesse svolgere il suo compito di alleato sradicando alla radice la malattia mentale che gli italiani avevano contratto permettendo a Mussolini di impossessarsi di una nazione portandola allo sfacelo.
Una cura che non poteva non iniziare recidendo soprattutto il marciume figlio del ventennio che si stava riciclando nella Nuova Repubblica nelle Questure, nella Magistratura ed in Parlamento.
Quel marciume che ha tramato contro la Repubblica fin dalla sua nascita, che ha più volte tentato colpi di mano autoritari. che ha insanguinato il paese con le Stragi di Stato, che ha usato ogni mezzo eversivo, compresa la criminalità organizzata, per impossessarsi del potere e che alla fine ha presentato il suo volto sorridente e mellifluo con Silvio Berlusconi, sdoganando definitivamente i nuovi fez e le nuove camicie nere mascherate da sigle come Pubblitalia, Mediolanum e Mediaset, ma anche a quella feccia da sbarco che troviamo legittimata nelle 300 (e coda) aggressioni di marca fascista solo di quest'anno, in realtà figlie di quella mentalità che è perfettamente funzionale al paese appecoronato e lobotomizzato sognato dalla branca eversiva dello Stato ora al potere.
Non avendo risolto l'equivoco, non avendo fatto tabula rasa creando le condizioni primarie per una convivenza civile nella nuova Repubblica, la vera feccia eversiva composta dalla criminale combutta tra eversori infiltrati nello Stato, potenti chierici di associazioni religiose, criminalità organizzata e settori eversivi di associazioni con potenti agganci nei gangli vitali dello Stato ha avuto buon gioco nel tentare a più riprese ed infine riuscire a raggiungere i fili del potere senza un adeguato contrappeso che ne frenasse la corsa.
Non è corretto, ad esempio, affermare che la sinistra s'è suicidata da sola.
La sinistra è stata coscientemente e scientificamente resa innocua da uomini dello Stato deviato infilatisi nell'apparato partitico nonchè dalla stupidità e dalla supponenza di dirigenti miopi, arroganti e che progressivamente hanno cominciato ad abbandonare il popolo per frequentare le stanze del potere.
Ripercorrete documentriamente da soli i rivolgimenti accaduti nella Storia d'Italia mettendo come punti focali le stragi di Stato, il rapimento Moro, il crack Ambrosiano, la loggia P2, l'evoluzione di Cosa Nostra, Tangentopoli, le stragi del '91 e 92, rinfrescatevi la memoria su cosa fosse, oltre la P2, la struttura Gladio, cos'è e chi ospita tra numerari e simpatizzanti l'Opus Dei, NON mescolate tutto ma date una struttura rigorosamente cronologica e documentata ad ogni singolo fatto e tirate fuori le vostre conclusioni.
Ora inizia l'attacco NON alla libertà di stampa ma alla Rete, quindi alla libertà d'opinione tramite il disegno dell'avvocato
Pecorella.
Non fatevi fregare dalle querele a "Repubblica" e a "L'Unità".
Quelli sono lo specchietto per le allodole; i bersagli non sono loro, già sufficientemente innocui.
Il bersaglio è quello dove circolano liberamente le informazioni; in Italia il servizio della rete internet in confronto a quello offerto da altri paesi (Francia, Germania, Spagna, Svezia e via e via) é pessimo, limitato e carente specie per chi non ha il tempo di mettersi a conoscenza delle diavolerie informatiche che permettono di accedere a tutti, anche ad anziani, operai e strati sociali meno acculturati ad esempio, ad un servizio decente. Non esiste ancora la copertura ADSL su tutto il territorio nazionale. Internet viene costantemente criminalizzata in televisione, ponendo costantemente l'accento sui "pericoli" e sugli "eccessi libertari" della rete. Scherani del potere e servi idioti di queta feccia che ci governa si infilano appena possono in forum, gruppi di discussione, blog e quant'altro cercando di creare le condizioni per mandare in vacca i dialoghi di persone serie buttandola in caciara usando gli stessi, identici slogan che i loro padroni mandano via etere e via stampa con metodica e rutilante puntualità. Sono rigorosamente anonimi quanto maldestri. Qualsiasi hacker con una conoscenza media delle tecniche di riconoscimento può vedere in pochi minuti anche la marca dei calzini che portano, ma sono bassa manovalanza di cui i loro capi possono disfarsi una volta svolto il loro misero e miserabile compito.
E comunque non è difficile reperirne in breve tempo nomi e cognomi a chi interessa.
Perchè mica penserete che il contrappeso dell'attuale potere sia costituito da quella manica di disperati che ho elencato nell'ultimo post.
La vulgata che i migliori hacker sono ora al servizio delle grandi multinazionali é una stronzata colossale, ad esempio.
I sistemi di controllo attuali presuppongono una condizione di essere capaci sia di sfuggire al controllo sia di non rimanere mai "fermi" nello stesso posto a lungo.
Le caratteristiche primarie sono quelle illustrate nell'ormai vetusto "T.A.Z. - Zone temporaneamente autonome" dell'agitatore Hakim Bey e che hanno avuto la loro naturale evoluzione con lo scorrere dei tempi.
Chi cerca di fare informazione su un blog difficilmente può riuscire a tenersi fuori dai sistemi di controllo attuale nel diffondere le proprie idee, quindi al momento è il bersaglio più vulnerabile.
Non per questo deve rinunciare. Al contrario può informarsi. Può trasmettere con più convinzione e più passione quello di cui viene a conoscenza nella vita reale, può organizzarsi, creare condizioni e situazioni affinchè la vita virtuale abbia un naturale sbocco nel reale e da lì mettere le basi per qualcosa di realmente nuovo e, quello sì, fuori dalla portata del controllo totale.
Ho avuto modo di leggere quanto accaduto nei casi di
AntonioRamone (che ha già strategicamente preso provvedimenti, gabba gabba hey!), ad
Agorà di Cloro e buon ultimo a
Korvo Rosso, almeno tra i blogger che frequento e che apprezzo.
Niente di nuovo, se qualcuno, facendo un debito rapporto, ricorda quanto fu travagliata l'avventura di riviste come "Il Male" e "Frigidaire" (il quale si vide tagliare improvvisamente i fondi dei contributi per le riviste culturali, e "Frigidaire" di cultura ne faceva davvero e di qualità eccezionale) capirà che di questi mezzucci il potere ne fa uso a iosa; perfino l'uso della stampa "amica". Ricordiamoci chi è Feltri e chi è il suo amichetto Betulla, cosa possiamo aspettarci, il tappeto rosso? Loro sono la nostra controparte privilegiata, strapagata, ben pasciuta e coccolata da quella gente che ha schiantato il potere d'acquisto dei nostri stipendi, che ha precarizzato il nostro lavoro e le nostre vite, sono il megafono di quella feccia di cui ho parlato all'inizio.
Io continuerò a scrivere in questo spazio e non me ne sbatte un beneamato cazzo se blogger decidesse prima o poi che non gli sono gradito e mi chiudesse il blog.
Ho abbastanza mezzi e conoscenze per riciclarmi in altro modo ed in altra forma, se ne avessi voglia.
Ho una vita reale.
Un lavoro, degli interessi, conoscenze, gente che frequento, con cui scambio opinioni, modi di vivere.
Sono inserito in un meccanismo, quello dello spettacolo, che rende chiare molte cose apparentemente oscure.
Non ho paura del potere perchè da qualche parte, in qualche posto, in qualche modo ed anche senza il mio contributo c'è un contrappeso che non smette mai di funzionare.
Tutto sta a trovare il proprio posto. E quello in cui trasferirsi quando il posto scelto non funziona più perchè troppo sotto i riflettori sbagliati. Calcolarlo prima, sceglierlo con cura. Condividerlo. Preparare il terreno.
Se il potere si muove è perchè ha paura.
Questo potere e chi lo rappresenta é colpevole di alto tradimento nei confronti dei nostri morti, da quelli delle stragi naziste, a quelli delle stragi di Stato, a quelle di coloro che hanno lottato contro gli intrecci tra Stato ed organizzazioni criminali e tutti quelli che hanno dato la vita per un'Italia civile e prospera, dove il potere non fosse un mezzo per schiacciare le classi lavoratrici ma la gestione delle risorse del paese per il benessere dei suoi cittadini.
Chi pensa la stessa cosa e comunica con questa consapevolezza col mondo, in rete come nella vita reale, sta assolvendo al compito più nobile che potrebbe svolgere per il proprio paese.
Ma il primo dovere, personalmente, credo di assolverlo sul mio posto di lavoro comportandomi con assoluta ed irreprensibile dignità come essere umano, lottando per i miei diritti ma assolvendo ai miei doveri. Ho smesso di delegare ai sindacati la mia tutela (non prendete tutti esempio, però, io me lo posso permettere a malapena) ma l'importante è che quello che trasmetto a chi mi sta vicino ed a chi viene a contatto con me abbia l'impressione, chiunque sia e comunque la pensi, di una persona su cui fare affidamento, con dei valori forti e granitici, che ha ben inciso un concetto di bene comune.
Un atteggiamento trasmessomi da lavoratori di un'altra generazione.
E che si qualificavano come Comunisti.