mercoledì 15 aprile 2009

10 APRILE 1991

Quella sera era una bellissima serata primaverile, una di quelle serate in cui stare in casa è quasi un delitto.
Al tempo ero fidanzato con una ragazza di Pisa ma in serate come questa una passeggiata sul lungomare di Livorno è di certo meglio che camminare sui lungarni pisani: iodio, aria di mare, aria fresca, la terrazza Mascagni, le prime serate tiepide dopo l'inverno. Irrinunciabile, no?
E difatti ci arrivammo, alla terrazza Mascagni.
Notammo dei capannelli di gente dirigersi verso i parapetti sul lato mare, prima qualcuno in ordine sparso, poi sempre più persone che si accalcavano, pensammo che ci fosse qualcosa da vedere ma lì per lì non ci si dette peso; poi, visto che nessuno si muoveva da lì decidemmo di andare a vedere.
Quello che si vedeva era un bagliore sinistro, abbastanza lontano, dalla forma indistinguibile.
Forse qualche barca che aveva preso fuoco, pensammo. Già.
Ci saranno già dei soccorsi, poveretti, magari è un peschereccio, magari un rimorchiatore chissà che è successo, e ognuno che stava lì sui parapetti a guardare questo bagliore che cercava di capire, e il bagliore che non si spengeva, anzi.
Si stette lì un bel pò. Una mezz'ora, non ricordo quanto di preciso, ma un bel pò.
Poi decidemmo di muoverci, aspettando quello che avrebbe scritto "Il Tirreno" il giorno dopo.
Non eravamo riusciti a sapere nulla, nè noi nè nessuna delle persone che stavano lì, a guardare quel bagliore all'orizzonte, ma non mi aspettavo niente di buono.
Ma nemmeno mi aspettavo di sapere che la realtà era più tremenda di qualsiasi brutto pensiero che mi avesse attraversato la mente, perchè in quei momenti non potevo immaginare che stavo guardando un bagliore dentro il quale 140 persone stavano bruciando vive.
La tragedia del Moby Prince ha compiuto 18 anni giusto 5 giorni fa.
E nonostante le indagini, i processi ed i tentativi di accertare le responsabilità per la morte di queste 140 persone siamo al punto, lo stesso punto dell'11 aprile 1991.
Buio totale. Nulla. Zero. 
Ma potevano mancare le zone d'ombra, i lati oscuri, le manomissioni di prove, gli insabbiamenti, i depistaggi, le verità a mezzo, quelle taciute e quelle indicibili, il solito naturale compendio che accompagna ogni tragedia quando questa si svolge sul suolo (in questo caso sul mare) italiano?
No, anche stavolta non ci siamo fatti mancare nulla. A cominciare da subito, dai soccorsi.
Prendo a prestito dall'articolo commemorativo di Senza Soste la cronologia della tragedia di quella sera:

 Il "may-day" del Moby Prince è stato lanciato alle 22:26 partono i soccorsi

·        Il Moby viene individuato alle 23:35 da 2 ormeggiatori.

·        Gli ormeggiatori raccolgono l'unico superstite il mozzo, il quale AFFERMA CHE CI SONO ANCORA MOLTE PERSONE VIVE A BORDO.

·        Gli ormeggiatori vengono raggiunti da una motovedetta della Capitaneria di Porto

·        La motovedetta (a quanto dichiarato dagli ormeggiatori) INDUGIAVA

·        La motovedetta carica il superstite ma parte per il Porto DOPO MEZZORA.

·        Giunto in Porto il superstite ritratta quanto detto prima, affermando che ORMAI SONO TUTTI MORTI.

 

·        Dopo l'impatto, i passeggeri sono stati portati nel salone De Lux (lì infatti erano quasi tutte le vittime) perché il traghetto era dotato di paratie tagliafuoco.

·        Le fiamme sono giunte al salone de Lux in un tempo superiore la mezzora

I SOCCORSI HANNO INDIVIDUATO IL MOBY dopo 1 ORA e 10 dal ricevimento dell'SOS.

-         Dall'esame eseguito sui corpi delle vittime sono state trovate tracce di monossido di carbonio: significa che MOLTE PERSONE NON SONO MORTE SUBITO PER EFFETTO DELLE FIAMME MA SONO SOPRAVVISSUTE ANCHE PER ORE (forse in stato di inconscenza)

-         La mattina dell'11 aprile, il traghetto viene rimorchiato in Porto; da un filmato si nota una macchia rossa a poppa della nave; giunti in Porto, dove nel filmato si vedeva quella "macchia rossa" si apprende che si trattava di una persona, un altro superstite della tragica notte.

-         E' stato ritrovato un FILMATO AMATORIALE girato pochi istanti prima della tragedia che però è stato CONTRAFFATTO.

-         Quella sera, in Porto vi erano cinque navi mercantili, che per conto dei trasporti militari USA, erano cariche di armi che dovevano portare dentro Camp Darby che rientravano dalla Prima Guerra del Golfo.

-         Testimonianze sostengono di aver visto in Porto la 21 OCTOBAR II, il peschereccio oggetto dell'indagine di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, uccisi nel 1994 in Somalia.

-         Un consulente in materia di intercettazioni telefoniche ed ambientali, venuto in possesso di notizie sulla tragedia del Moby Prince, attraverso il monitoraggio elettronico della rada di Livorno di quel maledetto 10 aprile 1991, dopo aver parlato con l'avvocato Carlo Palermo con l'intenzione di ASCOLTARE UN TESTIMONE, è stato aggredito e chiuso in una macchina. La macchina è stata incendiata ma questo consulente è riuscito ad uscire vivo e a trarsi in salvo.


Una Una cronologia scarna, ma che solleva più domande di quanto sia umanamente lecito per l'ennesima strage di civili ancora senza reponsabili, anzi come al solito, così come è sempre successo per le stragi di civili, si occulta, si insabbia, si manomette, si minaccia. Come per Ustica, come per Bologna, come sempre.

Leggetelo tutto l'articolo di Senza soste, impossibile non convenire che questa è una vera e propria guerra ai civili, ai cittadini, a noi.

Ma così come diceva Pasolini IO SO.


E non dimentico chi è dall'altra parte. Mai.











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