mercoledì 12 agosto 2009

CATTIVO KARMA


Per chi non avesse dimestichezza con i termini mutuati dalla cultura orientale, il karma è il nostro magazzino interiore dentro il quale la somma delle cause che abbiamo posto nel passato (e nel buddismo questo comprende anche le nostre manifestazioni precedenti a quella attuale come esseri umani) determinando gli effetti che vediamo apparire nella nostra vita nel memento presente. Ciò significa che le nostre azioni virtuose avranno effetti che trascenderanno la nostra forma attuale, così come l'avranno le azioni malvagie.
L'entità degli effetti è determinata anche dalla sincerità con cui compiamo l'azione, cosicchè anche un'azione malvagia può avere un effetto meno negativo se l'errore viene compiuto in buona fede, così come un'azione che crediamo virtuosa se fatta seguendo calcolo e convenienza non ci porterà alcun beneficio. Una legge, così affermano le scritture buddiste, a cui nessuno può sottrarsi, essendo una legge causale che permea l'intero universo.
E questa è roba di un paio di migliaia di anni prima di Cristo, tanto per gradire.
Nessun Dio che ci concederà un premio o una punizione una volta nell'aldilà. La sofferenza la scontiamo vivendo.
Ecco, l'idea che il karma collettivo (e cioè la somma del karma di un popolo che determina il benessere o la rovina di una nazione) degli italiani deve essere particolarmente fetente.
Al momento contiamo un governo che è quello che tutto il mondo si rifiuta categoricamente di invidiarci, a questo aggiungiamo quella piaga secolare che il provvidenziale intervento dei bersaglieri cacciò entro le mura vaticane. Fosse bastato, macchè.

Nel precedente post ho parlato degli alti lai levatisi dalle zecche a causa della sentenza del TAR del Lazio che, tanto per chiarire, è il frutto di una battaglia svolta oltre che dai laici, da altre confessioni religiose come i Valdesi, la comunità ebraica, i battisti e gli avventisti. Tutte confessioni alle quali, non si capisce con che titolo, il Vaticano ritiene di tacciare di "bieco illuminismo" (in realtà la frase è riferita alla sentenza, ma nel merito sono state le altre confessioni, appoggiate dai laici, a richiederla), e sentire la Chiesa che parla di "bieco illuminismo" il semplice chiedere pari dignità davanti ad uno Stato laico (o almeno così si dice) dà la misura di quali biechi e sudici oscurantisti alberghino sotto la cupola di San Pietro.
Tutto ciò mentre le Chiese continuano a svuotarsi e la Bestia ferita ricerca consenso fra il peggio del peggio di questo martoriato paese.

E questa congrega di pedofili e protettori di pedofili ha ancora il tempo, la voglia e la faccia tosta di lanciarsi in anatemi da Santa Inquisizione; la vittima di oggi è "La Cavalleria Rusticana", per mezzo della Curia di Caltagirone, la quale forse dimentica dei millanta casi di violenza e di stupro ai danni di minori perpetrati da prelati e che dai loro pulpiti mai hanno avuto l'onore di una denuncia, sbraitano contro la trama dell'opera mascagniana, uno dei fiori all'occhiello della nostra tradizione lirica.

Forse sarebbe ora di renderci conto che un'azione virtuosa potrebbe almeno rendere meno pesante il fardello di cattivo karma che l'Italia ha accumulato; e questa sarebbe una sola: confiscare i beni del Vaticano e spedire tutti i preti laddove i danni della loro mefitica cultura di morte, di violenza, di sopraffazione e di ipocrisia non potrebbe fare danni, nello specifico là dove regnano i ghiacci, nelle fredde terre artiche. Che se anche lì alzano troppo la testa ci sono gli orsi bianchi a finire il lavoro che non hanno potuto terminare i leoni in epoca romana.

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