giovedì 6 agosto 2009

IO SO (MA NON LO DICO)



Cominciava così un famoso inciso di Pier Paolo Pasolini.



E risentirlo è sempre un momento di riflessione molto dura e difficile da accettare; perchè si pensa subito a quello che stiamo vedendo ora; ecco, dopo aver sentito le parole di Pasolini ci si sente ancora troppo soli, abbandonati a questo regime senza uno straccio di difesa immunitaria, senza uno straccio di strategia, prigioniero del marchio di estremista e di extraparlamentare grazie alla galattica stupidità della classe dirigente che ha guidato il passaggio dal PCI alla sinistra come la vediamo oggi. Gli intellettuali non esistono più o si sono venduti, oltre al culo, anche venti-trenta metri d'intestino; oggi si parla dal tubo catodico come da un salotto con servitù in livrea, anche e soprattutto da parte di chi si dichiara di sinistra, lasciando la repellente impressione di essere rappresentati da pezzenti ansiosi di leccare le briciole del padrone dal pavimento.
E l'informazione: beh, a questo punto non so se sia più carenza di soluzioni strategiche o se questi sono veramente degli idioti da mettere subito sotto protezione di qualche struttura sanitaria (e senza ticket): leggete bene questo articolo della direttrice dell'Unità, Concita De Gregorio, lo riporto integralmente perchè non voglio neanche farvi fare la fatica di aprire il link, che comunque è QUI:



INIEZIONI DI FIDUCIA

Su una cosa almeno Paolo Guzzanti stavolta ha ragione: lo sapevano tutti. I nastri delle celebri intercettazioni telefoniche (mai pubblicate) tra signorine poi diventate ministro sono stati sui tavoli delle scrivanie delle redazioni, dei ministeri, degli uffici parlamentari il tempo necessario - poco, ma sufficiente - ad essere letti, fotocopiati, spediti in allegato per e-mail a decine di persone, e da queste decine a centinaia perché ciascuno ha un paio di amici con cui condividere. È come la storia delle farfalline disegnate da Lui, delle cene di quaranta ragazze ogni venerdì, del via vai di sconosciute in auto blu a palazzo Grazioli. Lo sapevano tutti, non lo diceva nessuno. Tutti si fa per dire, certo. Tutti quelli che hanno accesso alle carte. Milioni di italiani no e tra questi milioni coloro che vedono solo la tv non l'avrebbero saputo mai (la televisione, come vi diciamo oltre, è Cosa Sua). Ci sono i giornali, però, sebbene pochissimi, a raccontare. C'è il passa parola. Io le intercettazioni di cui parla Guzzanti le ho viste e poco importava allora che il fido Ghedini dicesse che non esistevano, poco importa che dica adesso, smentendo se stesso, che sono state distrutte. Non erano «rilevanti penalmente», certo, ma esistevano eccome e pensandoci col senno di poi avrebbero potuto dare indicazioni certe sulla composizione definitiva del governo. Le protagoniste dei dialoghi siedono tutte in Consiglio dei ministri. Del resto il Presidente è generoso, le ragazze lo sanno e in genere lasciano sul comodino il curriculum. Per l'Europarlamento, ultimamente c'era quello disponibile. Ricordo uno spettacolo di Luciana Littizzetto, l'estate scorsa al Festival di Spoleto, ne riferiscono le cronache del tempo. Trascrivo. «A proposito del caso delle intercettazioni il monologo ne svela i contenuti e racconta dei consigli sulle iniezioni da fare nel corpo cavernoso che trasformano il «walter» in una stecca da biliardo». Il corpo cavernoso, le iniezioni sul «walter». Lo sapeva anche lei.

[TITOBOLD]Ora la polemica [/TITOBOLD]è col Quirinale, che smentisce di aver chiesto che non fossero pubblicate come Guzzanti sostiene. È un tema minore: se qualcuno avesse voluto o potuto correre il rischio di pubblicarle violando la legge lo avrebbe fatto comunque, ignorando eventuali consigli. Non sarebbe del resto stata la prima volta, né l'ultima. Piuttosto è centrale un altro argomento, questo sì funzionale alla cancellazione delle prove: il controllo dell'informazione tv da parte del Premier. La guerra in corso tra Mediaset e Sky, una guerra personale del presidente imprenditore contro Murdoch, sta svuotando di denari e di contenuti la Rai, tv pubblica. Un danno collettivo in nome di una battaglia privata. Ecco una prova di cosa sia il conflitto di interessi. Il prezzo lo paga chi accende la tv, il prezzo più alto chi ha solo quella per conoscere e capire. Nel mondo reale intanto gli operai dell'Innse continuano a difendere il posto di lavoro barricati sulle gru. La benzina aumenta, come sempre d'agosto, il governo tace: ne parla Stefano Fassina. La Corte europea condanna l'Italia a risarcire un detenuto carcerato in condizioni disumane, ne parla Luigi Manconi. Se il risarcimento lo chiedessero tutti non basterebbero i miliardi del Sultano, nemmeno quelli conservati molto lontano da qui.


Ecco, la direttrice dell'Unità in pratica ci dice tomatoma cacchiacacchia che sapeva: sapeva che due o tre pompinare da cesso di locale alla moda ora sono Ministri della Repubblica.
E non lo ha detto.
Aveva le prove, sapeva i contenuti e sapeva chi c'era a Palazzo Chigi con tanto di marchio DOCG e certificazione ISO 9000.
E non ce lo ha detto.
Gnègnègnègnè, io lo so e voi no.
Malimortaccitua!


E poi, tanto per dare il tocco finale, mette di mezzo il Presidente della Repubblica, dandogli nè più nè meno che dell'insabbiatore, come se i "consigli" fossero da sempre discrezionali e mirati.
Oltretutto l'Ufficio Stampa di Napolitano ha subito provveduto a smentire, non foss'altro che la bislacca richiesta di moderare i toni in vista del G8 non fosse già di per sè indegna di ascolto nel caso qualche redazione avesse avuto quelle cose così piccole ma così preziose che comunemente vengono chiamate palle.
Cioè, questi sanno ma tacciono.
Allora rilancio: io so che voi sapete e non dite. Ma non da ora.
Io so che voi parlate o tacete non nell'interesse dell'Italia ma nell'interesse di quella classe politica che ha rovinato la sinistra, quella gente che cercate di tenere a galla nonostante il prezzo da pagare sia tenerci Berlusconi fino a quando l'Italia non sarà ricoperta da una nube densa ed impenetrabile di fosforo che rimetta i neuroni di buona parte degli italiani almeno in condizione di non-latenza, io so che adesso che al congresso ci sarà la Grande Spartizione (ridere) l'attuale linea politica di opposizione che dovrebbe dimostrare la propria forza nelle durissime prove che l'attenderanno in autunno è "arriviamo al congresso, poi vediamo", che per "vediamo" si intende quali e quante briciole del padrone leccare da terra.

Berlusconi & c. non sono avversari che si battono semplicemente mettendoli all'angolo; vanno schienati, resi inoffensivi definitivamente, tolti di mezzo, resi inermi. Non so se chi dovrebbe fare opposizione l'ha capito, perchè buona parte della longevità politica di Berlusconi è dovuta agli errori dell'opposizione.

Quello di tacere è un errore, sempre e comunque.
Nel caso di moltissimi dirigenti e teste d'uovo del PD anche il parlare, ma questo è un altro discorso.
Ed in questo caso specifico la reticenza sembra l'ennesima, vergognosa esibizione di cretinismo veltroniano, il virus più devastante che abbia colpito la sinistra dai tempi in cui la Federazione Giovanile elesse a proprio segretario Massimo D'Alema.

Intanto gli operai della INNSE continuano a gridare dalla cima di una gru ed a prendere botte dalla Polizia.

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