mercoledì 21 settembre 2011

CHE COSS'E' L'AMOR

Ci sono fatti che da soli valgono più di milioni di discorsi.
Ad esempio, prendiamo il riconoscimento legislativo delle coppie di fatto.
Chi è a favore teorizza che il legame che unisce due persone non deve necessariamente essere subordinato ad un contratto, che specialmente in un contesto sociale come quello attuale è assolutamente necessario stabilire la priorità del legame rispetto alla mera firma su un registro comunale o quello di una parrocchia.
I motivi sono tanti, molteplici ma principalmente raccolti nel principio di libera scelta della coppia, cioè i principali e, fino a prova contraria, unici interessati.
Chi invece contrasta questa visione lo fa adducendo cavilli legislativi quanto la necessità di un ordinamento giuridico che regoli i rapporti fra le coppie e che privilegi chi decide di mettere nero su bianco coloro che decidono di vivere insieme in modo da regolare l'assetto sociale nel modo che qui in Italia conosciamo benissimo.
E cioè nessun diritto per il compagno/a riguardo l'altro.
Come se negli ultimi 50 anni l'assetto sociale sia rimasto lo stesso, aggiungo io.
Ma la situazione, purtroppo per i difensori del matrimonio civile o religioso che sia, è cambiata e di parecchio rispetto (ad esempio) di quando in Italia non c'era una legge che stabilisse la possibilità di divorziare.
Tanto per dire la più eclatante.
Solo che le leggi che regolano le questioni fra le coppie sono rimaste pari pari quelle che esistevano quando la famiglia era rigidamente strutturata con "maschio a lavorare e femmina a casa a badare alla casa ed ai figli", uniti ed indivisibili.
Con una qualche fatica - chi c'era a quei tempi lo sa - siamo riusciti ad avere almeno il divorzio.
Cosa che ha permesso a parecchie persone di poter riprendere in qualche modo in mano la propria vita e, in certi casi, uscire da un vero e proprio inferno.
Ora succede che c'è una battaglia in corso per il riconoscimento delle coppie di fatto.
Qui nella succursale del Vaticano che ci ostiniamo a chiamare Italia.
E nel frattempo succedono delle cose.
Ad esempio, e non è la prima volta, succede che una donna che per 30 anni ha condiviso amore, passione e complicità col suo uomo e che ne ha accompagnato amorevolmente gli ultimi passi su questo mondo terreno venga allontanata dal letto di morte del suo compagno adducendo la scusa che "non è la moglie".
La donna in questione è l'ex attrice Rossana Podestà, compagna da 30 anni dell'alpinista/esploratore Walter Bonatti.
Prego leggere il link, perché detta così oggi, A.D. 2011, sembra che io voglia prendere per il culo qualcuno.
E, se qualcuno vuole posti pure un commento.
Io francamente non ci riesco.

7 commenti:

Harmonica ha detto...

Io una parolina ce l'avrei: "A' Stronzi" !

Anonimo ha detto...

beh, ecco, sicuramente avesse allungato una mancia, come si usa fare in questo paese quando vai contro le leggi (scritte e non) e non ti premunisci... non vorrei sembrare cinica!
però, leggendo dall'articolo del link riporto:
«... la diagnosi consegnata soltanto alla sua compagna: un verdetto di morte imminente, senza speranza... "gli stavo alienando una verità che per ogni uomo è decisiva... la mia scelta di tacere, sono orgogliosa di averlo fatto"»
io non so, se anche questo sia giusto.

sassicaia molotov ha detto...

@angie: mi ci son trovato di persona a scegliere se dare una notizia del genere e non ad una persona qualunque ma a mio padre. Che ti devo dì. Penso che la scelta di dire o meno la verità passi anche da una valutazione, che comunque è difficile fare a mente fredda, su chi hai davanti e se e quanto la persona sia consapevole di quello che sta succedendo. E non hai molto tempo per decidere. Io non ce l'ho fatta e neanche mi pongo il problema se sia stato giusto o meno.
Considerando che ho un vago sospetto di quale sia l'ospedale credo che più di una mancia sarebbe servita una "generosa donazione".

brazzz ha detto...

e ti stupisci?pensavi mica di vivere in un paese laico e civile vero???

Bob Bulgarelli ha detto...

Succursale del vaticano direi che è piuttosto azzeccata come definizione.

Anonimo ha detto...

mi spiace per tuo padre, Sassicaia: io preferirei me lo dicesse uno a me vicino, piuttosto che l'ultima dottoressina arrivata senza alcun riguardo... com'è successo a mio zio (che noi avevamo cercato di tenere all'oscuro)!

Unknown ha detto...

Le parole non bastano più.