martedì 20 settembre 2011

FUGA DAL MONOSCOPIO

Quando frequentavo l'istituto tecnico avevo come professore di italiano un insegnante formidabile, che proprio in un periodo in cui stavo scoprendo Kerouac, Hesse, Steinbeck e Rimbaud come i miei coetanei quattordicenni riuscì a farmi appassionare ai "Promessi sposi" del Manzoni.
L'insegnante si chiamava Antonio Tancredi ed era un maturo e pacato signore con accento meridionale che aveva la capacità di spiegare in maniera semplice ed efficace tutte le figure retoriche proposte dal Manzoni.
La sua spiegazione della figura di Don Abbondio, ad esempio, la ricordo ora, a distanza di 35 anni quasi come fosse ora e, manco a dirlo, aveva come tema centrale il coraggio, e si sviluppò nell'arco di più lezioni.
Il coraggio è una cosa che chi non ce l'ha non se lo può dare, ed è una condizione che nel futuro avrei avuto modo di constatare innumerevoli volte e soprattutto di verificarne gli effetti quando si tratta di fare scelte anche difficili. Forse proprio la codardia di Don Abbondio mi ha talmente colpito da ragazzo tanto da indurmi spesso a comportamenti opposti, al limite dell'incoscienza ed oltre, pagati con gli interessi e senza rimpianto.
Ora che lavoro nel settore spettacoli ed intrattenimento continuo a verificare che la figura di Don Abbondio continua ad essere drammaticamente attuale, anzi direi che continua ad essere un'icona insostituibile.
Il coraggio é prendersi la responsabilità di mettere in pratica ciò che si pensa sia giusto, perfino quando le condizioni rendono la cosa molto, molto difficile perché altri Don Abbondio attorno a te sicuramente si eclisseranno, perché ci sono dei Don Rodrigo che cercheranno di fartela pagare, perché torme di "bravi" verranno a chiedertene conto in maniera affatto aulica, perché altrimenti il termine "coraggio" non avrebbe ragione di esistere.
E allora mi fa molto riflettere quanto succede - non da oggi ma oggi più che mai - in quel carrozzone chiamato RAI.
Sono cresciuto con un TV che non aveva telecomando ma due tasti sul televisiore - VHF e UHF - che corrispondevano a primo e secondo canale. Col varietà, Canzonissima, Carosello e tutte 'ste cose qua.
C'erano sì i politici che avevano già le mani dappertutto, ma la loro influenza era meno invasiva, i dibattiti politici non erano popolati da cafoni ululanti ed i telegiornali erano condotti da un sobrio signore di cui non ricordo neanche il nome.
Certo che ne sono cambiate di cose.
Ai tempi fece scalpore, ad esempio, il licenziamento o meglio l'epurazione vera e propria di Dario Fo dalla conduzione di Canzonissima per via di una battuta sugli imprenditori edili, ma basta leggersi l'articolo del grande Achille Campanile pubblicato su "L'Europeo" (e non su "L'Unità") e che si può ancora leggere sulla raccolta dei suoi articoli pubblicati nel libro "La televisione spiegata al popolo", un libro che meglio di qualunque altro spiega la genesi e l'irresistibile ascesa di questo mezzo di comunicazione e di quanto lo scrittore ne avesse già captato le degenerazioni.
Il punto è il non solo triste ma tristo balletto che ad ogni nuova stagione televisiva i vertici RAI propongono nei confronti di programmi dall'alto indice di ascolto e dal bassissimo gradimento presso la classe politica.
Classe politica che in quanto ad indice di gradimento é attualmente situata fra l'otite cronica e la colonscopia.

Quindi comprendo che i vari Santoro, Dandini, Fazio e Gabanelli si sentano più o meno nella stessa condizione di un foruncolo sul culo dei dirigenti e che nonostante le pur laute prebende lavorano costantemente con una spada di Damocle che pende sul loro lavoro e su quello delle redazioni.

Ma mi chiedo se non sia l'ora di prendere il coraggio a quattro mani e compattare i lavoratori dello spettacolo, e parlo di giornalisti come di attori, registi, autori ed artisti vari, ed iniziare non ad aspettare che le signorine Lei di turno finiscano la loro pulizia etnica, ma mettano in pratica una fuga di massa dal sedicente servizio pubblico giocando d'anticipo.
E lasciando SOLI, desolatamente soli, i servi, i nani, le ballerine e tutto il carrozzone tanto caro ai nostri politici. Lasciarli soli saturando l'etere con la loro spazzatura umana e con loro tutta quell'utenza che di questa spazzatura si ciba.
Ormai le parti attive della cittadinanza non ha più come punto di riferimento la TV, ma la Rete.
Ci sono le piazze. Ci sono i teatri. Ci sono centinaia di ex-cinema chiusi che stanno andando in malora. Ci sono le web-TV. Ci sono tante possibilità che i protagonisti del mondo dello spettacolo possono usare per veicolare il proprio messaggio.
Certo che gli stipendi non saranno più gli stessi, ma non credo che faranno mancare due piatti di pasta al giorno ed anche qualcosina in più ai nostri.
Neanche penso che un gesto del genere sia così semplice e che probabilmente necessita di una pianificazione graduale e ponderata.
Penso semplicemente sia NECESSARIO.
Perché il fine sarebbe ribaltare i rapporti di forza. E cioè far sentire LORO accerchiati. Riportando la gente nelle piazze, nei teatri ed in tutte quelle strutture in via di dismissione e che si potrebbero riciclare permettendo al pubblico non semplicemente di manifestare ed agitare cartelli ma a partecipare e, semmai, contribuire e comunque stanandosi dalle case e dai volgari monoscopi sui quali si paga una tassa senza nessuna ragion d'essere.
Santoro sta tentando qualcosa del genere e per capirlo s'è dovuto far spezzare le corna dopo anni ed anni di diktat, veti, denunce e richiami (e telefonate - haha - il mitico "si contenga!" rimarrà nella storia della TV, così come la figura di merda di Masi).
Grillo è stato epurato e guardate che ha combinato (per inciso, non era meglio farlo rimanere in TV, signori censori?).
Eppure sembra che la TV sia ancora un mezzo imprescindibile, non per noi ma per quella categoria di lavoratori che ne legittima ancora l'esistenza in questa forma.
Eppure chissà che succederebbe se facessimo saturare i canali dai Vespa, dai Minchiolini, dai Grandi Fratelli, dalle Isole dei famosi, dalle Vite in Diretta (l'Abominio Assoluto a mio parere) e da tutta quella spazzatura che ci propinano quotidianamente ma stavolta senza alcun tipo di contrappeso, lasciando che la merda saturi il cervello dei fans fino a non poterne più, perché il distacco dalla vita reale e soprattutto dallo spettacolo alternativo diventi così siderale da far iniziare a porre delle domande perfino ai lobotomizzati con il tasto perennemente pigiato su Rete 4.

Mi rendo conto che sto chiedendo coraggio a gente con conti in banca a 7/8 zeri.
Ma se ne abbiamo avuto noi che il conto in banca manco ce l'abbiamo o se l'abbiamo di zeri ne ha al massimo tre e ci andiamo a prendere pure le manganellate quando li prendiamo di petto credo di non esagerare chiedendo magari a questa categoria almeno di verificare fino in fondo la fattibilità della cosa.
E da lì vedere se veramente il loro coraggio è un qualcosa di concreto o se ci troviamo, per l'ennesima volta, davanti a dei Don Abbondio che, per loro sfortuna non possono darsi quello che in realtà non hanno.

4 commenti:

faustpatrone ha detto...

sottoscrivo, ma è inutile. i tizi prendono stipendi a sei zeri perché sono li, non come credi, a fare il foruncolo sul culo, ma a far credere, lautamente ben pagati in ciò, che esiste ancora la libertà di dissentire.

se fossero davvero scomodi al potere i vari SantorDandiniLuttazziGavanelli & C. ora sarebbero con i Pecorelli, Falcone, Borsellino, Alpi: sotto 2 m. di terra.

no io non credo all'opposizione vera in tv. certo sono meglio dei vari Scodinzolini, ma persino una merda di cane ribollita sul'asfalto riesce a fare del giornalismo migliore di quello propalato dai TG degli ultimi 15 anni. ci vuol poco a sembrare e ribadisco sembrare veri rivoluzionari di fronte ai giornalai di turno.

Humani Instrumenta Victus ha detto...

L'indignazione, come ingrediente fondamentale, c'è. E' evidente che non basta.
Una modificazione dei rapporti di forza passa attraverso un progetto politico oggi assente, insieme alla politica stessa... e questo progetto dovrebbe includere ormai un agire transnazionale. Problema: chi dovrebbe costruire questo progetto? E' il famoso problema del soggetto da ricostruire, ammesso che questa parola abbia ancora un senso. C'è ancora spazio per una politica soggettivata? Onestamente sto attraversando una fase di scetticismo. Sono partito un po' per la tangente, scusate...

Anonimo ha detto...

"Riportando la gente nelle piazze, nei teatri ed in tutte quelle strutture in via di dismissione e che si potrebbero riciclare permettendo al pubblico non semplicemente di manifestare ed agitare cartelli ma a partecipare e, semmai, contribuire e comunque stanandosi dalle case e dai volgari monoscopi sui quali si paga una tassa senza nessuna ragion d'essere."

Da noi mancano proprio i luoghi di incontro, ormaoi è tutto militarizzato. chiuso. Manca la vera vita.Si tenta di far stare la gente in edifici lontani dal centro dove avveniva la vera vita delle persone, dove c'era il xonfronto

sassicaia molotov ha detto...

@faustpatrone: ci sono stati giornalisti rimasti stesi in terra: Giancarlo Siani, ad esempio. Non credo che i Santoro e le Dandini ambiscano a tanto, la Dandini ad esempio fa intrattenimento perlopiù e a me pare "praticamente innocua", ma a certa gente evidentemente dà fastidio anche una come lei. Sta di fatto che nei posti dove non mi sento gradito sono io a togliere il disturbo, possibilmente col dito medio alzato.

@HIV: Tranquillo, fra poco la confusione sarà sostituita da una sana, insopprimibile rabbia primitiva che ti porterà ad uscire armato di clava indossando una pelle di tatanca :-)

@Inneres auge: io non so come fate. Davvero. Perché dopo gli scandali da letto prima o poi spero qualcuno metterà veramente le mani su quanto è successo veramente lì da voi soprattutto nel dopo-terremoto. E spero lo faccia mentre il buffo omino sta per cadere ed occorre l'ultima spallata.