Credo di essere uno dei pochi esseri umani ad aver ascoltato "Metal machine music" di Lou Reed per intero più di una volta.
Valga come premessa.
Pensavo che mai più niente di simile sarebbe stato pubblicato e se fosse successo sarebbe stata opera di qualche compositore di musica contemporanea appena lasciato dall'amante.
Nello specifico sono stato smentito niente meno che da Pat Metheny all'inizio degli anni '90 quando il chitarrista pubblicò "Zero tolerance for silence", che mi capitò in mano per la semplice ragione che ero proprietario di un negozio di dischi, perché di cazzate nella vita ne ho fatte e ne farò ancora tante, ma comprare un disco di Pat Metheny è proprio fuori da ogni calcolo di probabilità.
Beh, quel disco mi piacque davvero molto.
Però c'era già chi coi rumori ci palleggiava allo stesso modo con cui Maradona lo faceva con il pallone.
Sì, vabbè, Luigi Russolo. Ha ha.
No, sto parlando di Glenn Branca. Un chitarrista che ha fatto scuola in tutti i sensi.
Cercate di immaginare un'orchestra di sole chitarre elettriche effettate e manipolate. Bel casino, eh?
Eppure i suoi lavori sono materia di studio anche per chitarristi affermatissimi e dei più svariati generi.
Se vi capita di mettere un'orecchio su "Symphony N°5" o "The ascension" o "Symphony N°1 Tonal plexus" capirete il perchè.
Un assaggio da "The ascension" dovrebbe dare un'idea.
Ma non è di lui che volevo parlare.
L'orchestra di Glenn Branca ha la responsabilità di aver consegnato al rock due tizi MOLTO poco raccomandabili che con lui hanno mosso i primi passi verso un approccio allo strumento che, nonostante non possa essere chiamato rivoluzionario (o forse sì se contestualizzato) ha sicuramente segnato un punto di svolta nella musica rock.
I due tizi molto poco raccomandabili rispondono al nome di Thurston Moore e Lee Ranaldo.
Ed a questo punto è ovvio che il gruppo che voglio mettere sotto i riflettori sono i Sonic Youth.
Che a mio modesto parere sono il gruppo più importante di tutto il decennio '81/'90.
Il mio primo acquisto della band newyorchese fu "Bad moon rising" ed a distanza - oddio che palle invecchiare - di non so quanti anni, presumo una trentina o giù di lì, ancora devo ascoltare qualcosa che mi dia la stessa frustata che ricevetti ascoltando quel disco.
L'inferno. Ecco cosa vidi.
Una rappresentazione perfetta dei miei demoni, dei miei quesiti irrisolvibili sulla Vita, sulla sofferenza, sulla rabbia, sul mio sentirmi fuori posto dovunque, sulla mia voglia di urlare fino a distorcere le frequenze dell'universo, sulla mia necessità di vedere un qualsiasi oltre rispetto a ciò che potevo vedere e sentire.
Fino all'ultima traccia del disco. Il carico da 11. L'epitaffio perfetto per ciò che il rock era stato fino ad allora.
Ma andiamo per ordine.
"Bad moon rising" è un disco cattivo, proprio come la luna crescente del titolo.
Rumori inquieti ed inquietanti, canzoni che anche il più scafato dei registi di film horror non avrebbe il fegato di usare come colonna sonora (è successo ai Coil, i quali composero 5 pezzi per "Hellraiser", mica "Via col vento", ma furono rifiutati dal regista in quanto "troppo agghiaccianti", li trovate nell'EP "The unreleased themes for Hellraiser") e no, non ci sono canzoni ad effetto, il tutto suona perfettamente vero e vivo, primale, umano, troppo umano. Rock 'roll, quindi. Anche questo. Eppure immaginate cosa deve aver provato un ragazzino al cospetto di un'inizio come questo all'alba degli anni '80.
Ed il resto, un crescendo di onde - come chiamarle - SONICHE (?) - pause infernali (Society is a hole e I love her all the time sono agghiaccianti) ed esplosioni elettriche che inducono a domandarsi da dove e con che cazzo riescano a tirar fuori quei rumori. La risposta me la sono data quando li ho visti dal vivo, uno spettacolo incredibile nel quale Thurston Moore violentò letteralmente almeno 4/5 chitarre.
E poi c'era lei, Kim Gordon.
Una delle donne più affascinanti mai viste in un gruppo rock.
Algida, distante, eterea con quella voce tirata fuori quasi per forza mentre il suo basso martella più forte di una pressa. Inutile dire che mi ha smosso interi battaglioni di ormoni giovanili.
Dicevo dell'ultimo brano del disco: non saprei che dire, in realtà.
"Death valley '69" è una vera e propria cavalcata negli inferi, il tema è Charles Manson e la sua banda di folli, ma non credo che il vecchio Charlie abbia avuto la capacità di concepire una rappresentazione in musica di se stesso e della sua family così rabbrividente, anche non basandosi sul fatto che Manson ha inciso dei dischi, ma sono ballate acustiche piuttosto canoniche (relativamente, eh).
Ovviamente quello che ha fatto va messo su un altro livello, ma non siamo qui per fare una disamina su Charles Manson e la Family, magari prima o poi ne scriverò perchè al di là dell'aberrante assassinio di Sharon Tate e dei suoi amici presenti quella sera nella villa più quelli che seguirono il personaggio non può essere liquidato come un semplice assassino.
In "Death Valley '69" compare la voce di Lydia Lunch, altra personcina raccomandabilissima, al che direi che non resta che pigiare "play" qua sotto:
Non passò molto prima che mi procurassi "Confusion is sex"ed il loro primo LP ancora un pò immaturo alla luce delle produzioni successive. E da lì ogni nuovo lavoro è stato un avvenimento per tutto il decennio:
"Evol", "Sister" e soprattutto il capolavoro assoluto della band, "Daydream nation" sono stati letteralmente fusi dalla mia Ortofon che sto rimpiangendo come poche cose al mondo. Quindi passo ad una rapida carrellata di esempi partendo da (poteva mai essere diversamente?) "Ho un blocco cattolico"
Perché i riff sono importanti anche per un gruppo come Sonic Youth.
"Sister" è un disco in gran parte ispirato dallo scrittore Philip K. Dick, e si conclude con quello che presumo sia un omaggio, "Master Dik", uscito anche come EP moooolto più lungo della media (40 e passa minuti)
"Sister" è un disco che, come il precedente "Evol" è leggermente più, come dire, fruibile tanto che la popolarità del gruppo comincia a farsi sempre più vasta, merito anche di canzoni come "Tom violence" e "Starpower" che coniugano alla perfezione stile e ricerca senza perdere il marchio di fabbrica che ormai la band ha impresso nel panorama indipendente statunitense:
Poi arriva "Daydream nation", un doppio LP. E in questo disco i Sonic Youth danno il meglio. Il picco creativo, l'apice. A partire da "Teenage riot" e "Silver rocket", una partenza col botto per un disco che non dovrebbe mancare a chiunque voglia farsi un'idea di quanto gli anni '80 siano stati un decennio irripetibile per la musica, e non solo il rock.
E poi, il passaggio alla Geffen, "Goo" che doveva essere il lancio sul grande mercato solo che nello stesso periodo una band appena messa sotto contratto dalla stessa etichetta fece un botto epocale prima che un altro botto, stavolta di fucile, mise una lapide non solo su Kurt Cobain ma su tutta la scena indipendente degli anni '80 che erano finiti da poco e già sembravano lontanissimi.
"Goo" comunque vendette molto bene ed anche i successivi lavori ("Dirty", "Washing machine" e "NYC ghosts and flowers") continuano ad essere a portata di mano, anche se più per ragioni personali che per l'effettiva qualità - sempre altissima, ma diciamo pure che la spinta innovativa della band era palesemente esaurita.
Nonostante "Goo" sia del '91 non posso far mancare "Kool thing", un esempio perfetto della dimensione in cui i Sonic youth si erano proiettati. Nel video compare Chuck D. voce dei Public Enemy, rimpiantissimo gruppo - dechè?- rap?, hiphop? - fanculo, erano i Public Enemy, i più grandi di tutti, insieme ai Disposable heroes of Hiphoprisy di Michael Franti, nella scena rap/hip-hop/Yo/check check/ e che per me poteva chiudere bottega dopo questi due giganti.
Cionondimeno non cessa invece la logorroica voglia di esprimersi del gruppo: Lee Ranaldo aveva già dato alle stampe un lavoro piuttosto ostico quanto valido ("From here to infinity" nel 1987) mentre Thurston Moore vanta un consistente numero di collaborazioni, album solisti e progetti alternativi curati perlopiù con la Sonic Youth records e l'altra etichetta di cui Thurston è coordinatore, la Ecstatic peace.
Ma queste sono storie dai '90 in poi.
Come le comparsate in cartone ne "I Simpson" e dal vero in "Gossip girls".
Resta l'incontrovertibile fatto che i Sonic Youth sono stati il gruppo che ha rivoluzionato l'uso della chitarra nella forma canzone; "noi non suoniamo solo le nostre chitarre, suoniamo i nostri amplificatori" amava dire Thurston Moore e questo è ciò che ha rotto certi schemi nell'approccio al rock.
Ben oltre il muro di feedback dei primi Jesus and Mary Chain (e comunque davanti a "Psychocandy" in ginocchio e reverenza), sono stati dei veri pittori di suoni. E di conseguenza di emozioni.
Ed io continuo incessantemente a desiderare un bacio da Kim Gordon.
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4 ore fa
7 commenti:
wow che bel post..li ho sempre amati,magari non tanto qunto te,ma sottoscrivo nella ostanza quel che hai scritto..certo,resto dell'idea che il più grosso rivoluzionario della chitarra degli ultimi 20 ani resti Arto Lindsay..ma forse lui,in efftti,non "suona" la chitarra..
Bel post davvero. L'ho letto tutto di un fiato, e sì che è lunghissimo. Sono arrivato ai SY solo ai tempi di "Dirty", e ancor'oggi un pezzo come "Theresa's Soundworld" mi scuote dalla bellezza. Peccato che non l'hai citata. Secondo me è un brano enorme. Come hai detto tu, io fui uno dei tanti rapiti dalla rabbia più accessibile del grunge e i Sonic li ho persi di vista. Molti anni dopo mi trovai a comprare Sonic Nurs, e anche lì i loro accordi pazzeschi e strampalati mi lasciarono estasiato. Suonano con molte chitarre sul palco perchè ognuna ha un accordatura diversa, che gli permette di fare quegli accordi e quegli intrecci che solo loro sanno fare.
Ho letto tutto il post sentendo Glenn Branca. Davvero notevole. Ma non pensi che alla base di tutto ci sia molto Robert Fripp?
Ciao,
Yang
Piacevolissimo da leggere, grandissimi Sy.
Fripp è alla base di tutto..eh..dai crimson, ai lavori con eno,.
"Theresa's soundworld" è un brano ENORME ma per l'appunto è su "Dirty" che uscì, se non vado errato, nel '92 e "Dirty" è un disco al quale sono affezionato in maniera particolare per motivi - hehe - moolto personali.
Ho crecato di focalizzarmi sui lavori degli anni '80 altrimenti sarebbe venuto fuori un trattato di svariati Gb....e beh, sì, Fripp ed i suoi frippertronics c'entrano eccome, fortunato il mio amico Corrado Rossetti, un jazzista cecinese, che ha avuto l'occasione di fare un suo corso e m'ha raccontato che la mattina lo svegliava proprio Fripp entrando con la chitarra in camera alle 6 di mattina. Meglio del caffè.
vero..ho un paio di amici che han fatto quei corsi e confrmano..alle sei della mattina arrivava col caffè...
Bel post, sono completamente d'accordo con te sui SY, "...il gruppo più importante di tutto il decennio '81/'90".
Fino a "Daydream Nation" non hanno sbagliato nulla. Poi alti e bassi, ma con dignità.
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