martedì 13 settembre 2011

GLI OTTANTA NERI 5

In principio erano i Beatles.
Credo che anche chi non li ami particolarmente non possa fare a meno di riconoscere che la canzone pop moderna sia nata con loro.
Da lì è partita la corsa alla ricerca di qualcosa che ne potesse essere una almeno degna continuazione, se non una evoluzione.
Avevo parlato in altro post della magìa e della seduzione che possono emanare dei semplici motivi pop.
In realtà più che di magìa parlerei di alchimia fra parole e suoni che casualmente succede vanno a toccare corde del nostro essere molto più profonde di quanto il brano stesso intenda. Basta una frase musicata con la sequenza giusta di note e con il giusto ritmo e là, un pezzo della nostra vita ce lo ritroviamo dipinto come neanche noi avremmo saputo fare.
Questo è ciò che distingue le grandi canzoni dalle canzonette.
I Beatles hanno trovato una formula che arrivava così lontano perché a quei tempi c'eera un dannato bisogno di grandi canzoni pop che rispecchiassero l' eccitazione ed i cambiamenti che gli anni '60 stavano consumando.
C'era bisogno di "White rabbit" e "Light my fire" ma anche di "Michelle" e "Penny lane".
L'influenza dei Beatles su chiunque da quel momento in poi si fosse azzardato a scendere nell'agone del pop in Inghilterra ma anche fuori è stata devastante. Ma c'è chi seguendo quel tracciato ha dato una spinta evolutiva a tutto l'impianto melodico sul quale il pop inglese vegetava preda dei postumi post-beatlesiani.
Negli anni '70, a parte David Bowie, Roxy Music e T.Rex, dalla scena glam e poco altro, il pop perse assai di impatto, travolto dai vari Led Zeppelin, Deep Purple, Black Sabbath, dall'ondata progressive e successivamente dall'esplosione del punk.
Fu proprio questa però, col suo approccio minimale al pentagramma, a ridare poi fiato agli aspiranti compositori di perfette canzoni pop-olari.
Gli XTC firmarono per la Virgin records proprio in concomitanza con l'invasione di gruppi punk sui quali le allora attivissime etichette discografiche puntavano per rinfrescare i mercati dopo che i mastodontici gruppi storici cominciavano a segnare il passo.
Keith Moon e John Bonham non c'erano più. I Genesis in preda di Phil Collins, i King Crimson non pervenuti dopo il live in U.S.A., i Deep Purple alle prese con le smattate di Ritchie Blackmore e col nuovo elemento, Tommy Bolin, che ci lascerà le penne dopo appena un disco (mediocrino anzichenò).
Succede quindi che la scrittina più o meno logghizzata "Punk" diventa un marchio sulle pubblicità delle riviste musicali dove gruppi che di punk non hanno neanche l'idea si ritrovino col marchiettino in bella vista sulla pubblicità se non in copertina.
E succede al primo album degli XTC, "White music".
Ora, se all'ascolto della prima traccia ("Radios in motion") qualche dubbio sull'attitudine punk sorge spontaneo, alla terza traccia ci pensa direttamente il gruppo a dissipare ogni dubbio.
"How do you call that noise
that you put on?
This is Pop! Yeah, yeah, this is pop!"




Solo che gli XTC affrontano il pop con strumenti da vivisezione.
Ritmi nervosi, sincopati, atmosfera gioiosamente surreale, come trovare un uomo nudo vestito da clown nella stanza dei giochi e trovare la cosa perfettamente normale.
La cover di "All along the watchtower" risulterà probabilmente indigesta ai puristi dylaniani ed hendrixiani, ma per coloro che stanno assistendo alla fine dei '70 e di tutti i sogni di cambiamento e stanno per piombare nell'Orrore che ci ha portato fin qui suona inquietantemente lungimirante. Un crescendo delirante e smozzicato guidato dal tastierista Barry Andrews, uno dei tre genietti che compongono il gruppo.



Gli altri due sono Andy Partridge, faccia tonda ed occhialini, paranoico ed attento ai minimi dettagli, e Colin Moulding, chitarrista e compositore dalla fantasia stranita o, per dirla a quei tempi, obliqua.
Gli Xtc infilano un altro disco "GO2" nel quale perfezionano alcune sbavature nella composizione dopodichè sono pronti per il primo capolavoro, "Drums and wires".
Credo non siano state ancora spese abbastanza parole per questo disco.
Chiaro che si va a parare in territori beatlesiani, ma le fondamente sono abbastanza profonde da risultare quasi invisibili. I pezzi vivono di luce propria, di una scrittura complessa e mai, dico mai, banale.
Le soluzioni melodiche indicano una certa propensione, specialmente da parte di Partridge, all'esplorazione della parte scomponibile della melodia di base, mentre Moulding ha una scrittura più lineare ed uniforme.
In questo disco le componenti funzionano tutte. Merito di pezzi mirabili come "Day in, day out" o "Ten feet tall", o nei pezzi più fruibili come "Real by reel" o nell'apocalittica "Complicated game" che chiude il disco.
Ma il capolavoro resta "Making plans for Nigel", un bel pernacchione alla borghesia che pianifica le vite dei propri figli per inserirli nel sistema:
"Stiamo solo facendo piani per Nigel,
vogliamo solo ciò che è meglio per lui
stiamo facendo piani per Nigel
lui ha il suo futuro nell'acciaio britannico
E se il giovane Nigel dice di essere felice
deve essere felice, deve essere felice
nel suo lavoro"




Ovviamente applausi dalla critica e riscontro di pubblico confortante ma niente di che.
Ma le canzoni degli XTC sono come le ostriche. Durissimo entrarci dentro, salvo poi scoprire la perla.
Ed il disco successivo, "Black sea" è pieno di perle.
Il problema è che Andy Partridge non ama molto suonare dal vivo. Anzi, per essere più precisi lo stronca a livello nervoso. E così gli XTC dopo un breve tentativo di tour per "Black sea" abbandonano per sempre i palchi.
Fortunatamente i dischi continuano ad uscire, fino ai due volumi "Apple venus" usciti rispettivamente nel 1999 e 2000.
E in mezzo la destrutturazione del pop come lo conoscevamo. La melodia diventa territorio di esperimenti ritmici e armonici dal gusto affascinante ma dall'impatto ostico. I tipici dischi che si scoprono dopo ripetuti ascolti, proprio come "Black sea", i cui brani nascondono sotto la patina di pop angoloso e diffidente, dei veri capolavori di arte musicale popolare.
Come "General and majors" o "Travels in Nihilon" o la scanzonata "Sgt. Rock (is going to help me)".
Una birra a chi indovina chi sia il Sergent Rock.



Non è che dopo le cose peggiorino, anzi.
La caratteristica degli XTC è stata quella di non aver fatto neanche un disco brutto. O sotto tono.
Ci sono quelli meno riusciti, come "The big express", che comunque contiene almeno 5 pezzi di levatura superiore, e quelli decisamente riusciti come "English settlement" e "Skylarking". Oppure quelli cosiddetti "di maniera", cioè quelli che possono essere definiti come prodotti standard degli XTC. Quindi prodotti di altissimo livello.
Su di "English settlement" si può dire che il paragone come "London calling" virato in salsa english pop avrebbe quasi un suo perchè. Credo che il singolo tratto da questo disco "Senses working overtime" sia il pezzo che ha ottenuto il posto più alto nelle classifiche, ma non ne sono sicuro, comunque:



"Skylarking" invece è il mio preferito dopo "Drums and wires".
Al banco del produttore c'era Todd Rundgren ed immagino che le questioni fra la vecchia volpe ex-Nazz ed Andy Partridge siano state piuttosto animate. Le interviste dell'epoca vedevano un Partridge piuttosto provato, dopo un disco dove gli arrangiamenti vedono una certa ridondanza di archi rispetto al passato, ma obiettivamente il disco è bellissimo e pare che anche Andy abbia fatto pace con se stesso riguardo questo piccolo gioiello pop che ancora aspetta qualcuno capace di eguagliarlo.



Ma quello che è forse il loro brano più bello in assoluto rimane il brano aggiunto nella versione in CD,
questo:



E credo che anche il testo meriti di essere riportato:

Dear god, hope you get the letter and...
I pray you can make it better down here
I don't mean a big reduction in the price of beer
But all the people that you made in your image
See them starving in the street
'Cause they don't get enough to eat from god
I can't believe in you

Dear god, sorry to disturb you but...
I feel that I should be heard loud and clear
We all need a big reduction in amount of tears
And all the people that you made in your image
See them fighting in the street
'Cause they can't make opinions meet about god
I can't believe in you

Did you make disease and the diamond blue?
Did you make mankind after we made you?
And the devil too!

Dear god don't know if you noticed but...
Your name is on a lot of quotes in this book
And us crazy humans wrote it, you should take a look
And all the people that you made in your image
still believing that junk is true
Well I know it ain't, and so do you
Dear god
I can't believe in
I don't believe

I won't believe in heaven or hell
No saints, no sinners, no devil as well
No pearly gates, no thorny crown
You're always letting us humans down
The wars you bring, the babes you drown
Those lost at sea and never found
And it's the same the whole world 'round
The hurt I see helps to compound
That father, son and holy ghost
Is just somebody's unholy hoax
And if you're up there you'll perceive
That my heart's here upon my sleeve
If there's one thing I don't believe in

It's you
Dear god 




Tanto per chiarire che non necessariamente le canzoni pop debbano parlare di sole/cuore/amore per essere belle canzoni pop e sperando che qualcuno abbia lo spirito di scoprire il quartetto di Swindon con la determinazione di raccogliere le perle da loro lasciate, metto qui un altro paio di canzoni particolarmente riuscite, "This world over" da "Big express" ed "Across this antheap" da "Oranges and lemons".
Buon ascolto.








6 commenti:

brazzz ha detto...

grazie per il post su uno dei miei gruppi preferiti in assoluto..evidebte che decisivo fu l'abbandono di Andrews, prima con Fripp inLeague of Gentlemen( superbi),poi impegnato a ridisegnare la wave dance con quel grande gruppo che è tuttora Shriekback..ma XTC sono un amore da sempre..difficile per me scegliere un album..direi english settlement,sorta di summa....

sassicaia molotov ha detto...

@Brazzz; l'esperienza, con le dovute proporzioni, nel suonare in un gruppo mi dice che aver a che fare con Andy Partridge non deve essere precisamente un picnic.......

Leandro Giovannini ha detto...

Il più grande gruppo pop di sempre..dopo la banda dei 4, naturalmente. Bel post che rende onore alla grandezza degli Xtc.
Skylarking, English Settlement e Oranges and lemons i miei preferiti, senza scordare quell'altra incarnazione che furono i dukes of stratosphear.

Eva Aiko ha detto...

Non li conoscevo gli XTC...Grazie ancora una volta!!! :D

brazzz ha detto...

Harmonica
scusa ma..naturalmente mica tanto...i betles gran fenomeno mediatico,d'accordo..ma sono convinto della assoluta superiorità dei fab 3..poi che mi si dica che senz ai fab4 non ci sarebbero stati i fab3 non mi interessa molto..quando l'allievo supera,e di molto, il maestro..secondo me..

Overthewall91 ha detto...

Tra le miglior band inglesi degli anni settanta/ottanta, se non la migliore.