martedì 6 settembre 2011

A HOUSE IS NOT A MOTEL





Cosa succede in momenti di crisi come questo?
Che la casa diventa un problema più grande.

Il mutuo. L'affitto. Le spese di condominio. La TIA.
Poi c'è quella che viene chiamata edilizia popolare.

Ora, quando parlo di muoversi e smetterla di seguire le indicazioni di partitini e sindacatini intendo quanto segue:

una amministrazione che decide un piano regolatore dovrebbe farlo nell'interesse della terra che amministra.
In Italia dire una cosa del genere significa saltare a piè pari nel cyberpunk fantaolistico.
Ma è anzi assodato che il Partito del Mattone in Italia ha più potere di qualsiasi Partito.

L'edilizia popolare ha come icone, in Italia, cose come Le Vele a Napoli, Tor Bella Monaca o il mai troppo ricordato Serpentone, Come Baggio a Milano. E come - poteva mancarci - la Scopaia e La Leccia a Livorno.

A proposito di queste ultime due.
Già avete fatto i soliti casermoni con due citti di cemento armato, ma di tanta buona volontà, oltretutto non vi si chiede di chiamare quella zona Beverly Hills2, certo che quando c'è da rimarcare la miseria non vi fate pregà, ok fine della parentesi.

E comunque obbrobri architettonici e psicogeografici, votati ad un maggior abbrutimento visivo man mano che gli anni passano, dove ammassano situazioni dove c'è terra di nessuno, dove non si può chiedere di riversare tante delle energie e possibilità che vengono invece ingoiate da gente senza scrupoli, pagata e venerata per generare questi obbrobri.
Dai quali la gente si difende con l'unica arma a disposizione: la solidarietà.

Edilizia popolare significa semplicemente mettere a disposizione di quella parte di popolo che non può creare nessun tipo di nucleo stabile a causa delle condizioni in cui questo modello ci ha ridotto di avere un tetto sulla testa e non aggiungere ai già non pochi problemi che il fare un nucleo, fosse anche di una sola persona, comporta.
Perchè a questo proposito vorrei dare la notizia, a chi ancora non lo sapesse, che anche i precari pagano le tasse.

Ora, credo che chiunque di voi abbia assistito alla mutazione genetica dei territori in Italia.
Cominciarono con le rotonde.
Ora, agglomerati o villette a schiera di pessimo gusto, centri commerciali sempre più invasivi, quartieri popolari sempre più vuoti.
Dell'architettura del nuovo millennio non ne parlo perché spero di non averla ancora vista.

Facciamo un pensierino su come lo Stato sta trattando i suoi immobili e per carità di Patria stendiamo un velo su come li ha trattati.
Facciamo un pensierino su come e quanti potrebbero essere riconvertiti in modo di alleviare la crisi per un consistente numero di persone.
Facciamo un pensierino sul fatto che se veramente noi la crisi non dobbiamo pagarla, la devono pagare loro, quegli immobili col cazzo che glieli facciamo vendere.
Ce li riprendiamo.
E mettiamo in chiaro un problema: l'edilizia popolare è un segno di civiltà e di benessere. Quindi la politica del Partito del Mattone ha bisogno di una rivisitata.

Perché quando a non farti sentire sicuro in casa tua è lo Stato, il lavoro che ti viene offerto, le tasse che devi pagare ed i servizi che le tue tasse NON riescono a farti avere succede che chi amministra sta seguendo un modello che va messo da parte una volta per tutte.

E io ancora devo sentire, in Italia, che lo Sciopero Generale è una forma di lotta demenziale, dal segretario generale di un sindacato confederale. Anche se Bonanni ha detto di peggio, quindi la sorpresa è sempre relativa quando si parla di questa gentaglia.

Non so se esista un censimento degli immobili in disuso o non destinati, o destinati a chi non ne ha minimamente diritto che ci sono in Italia, perchè la cosa, a mio parere, darebbe risultati molto interessanti.
E architettonicamente e psicogeograficamente migliori

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Sull'edilizia popolare c'è una grande mafia.

sassicaia molotov ha detto...

Sull'edilizia c'è una grande mafia.
Il punto è riprenderci tutto il sistema.
C'è una pratica abbastanza conosciuta che si chiama occupazione, e va riportata in auge coinvolgendo proprio quelle persone che non riescono più a pagare affitti e mutui o non riescono neanche ad accedervi.
Le mafie possono essere colpite solo dalla gente, mica penserai che sarà lo Stato a minarne il potere?

Humani Instrumenta Victus ha detto...

Questo è realizzabile, ma non con un programma minore, che non abbia cioè come scopo principale la riorganizzazione delle politiche di sinistra attorno al lavoro (soprattutto il precariato, che non è più "atipico", ma normale in questa fase di sviluppo del capitale). Lo so, mi ripeto, per certi versi sono cose ovvie, ma questo è il nocciolo.

Spillo ha detto...

Il censimento degli immobili pubblici a destinazione vacante (tipo per esempio certe caserme del tutto vuote ed inutilizzate da anni) a Livorno è stato fatto - con tanto di foto e planimetrie catastali - dal comitato antagonista per la casa altrimento detto delle 'chiocciole'. Ci fecero persino una mostra alla Bottega del Caffè nel 2007. Visto che la Bottega in questione è di proprietà del Comune, e come noto ospita il CRAL degl impiegati dell'ente, è legittimo pensare che il Comune e i suoi 'gestori' ne siano stati al corrente. Il punto è che nessuno dei 'gestori' vuole prendere in considerazione l'idea di dare gli immobili a chi non può permettersi il lusso di una casa di proprietà col relativo mutuo, mentre invece sono tutti lì che sbavano per venderli all'offerente che gli dia la fetta di guadagno più grossa. Il tutto attraverso la SPIL, società di comodo messa in piedi dal Comune per privatizzare e successivamente alienare immobili di sua pertinenza. Il tutto non solo cambiando proditoriamente la destinazione legale (da pubblica a privata) degli immobili, ma spesso invalidando anche surrettiziamente gli atti stessi con cui molti immobili erano pervenuti all'Ente - come nel caso della palazzina in Via Verdi, ex sede dell' ANPI e di Associazioni di ex combattenti, donata dall'ultima erede della famiglia Porcelli al Comune per fornire ospitalità ai bisognosi... Ma di questo nella rossa Livorno non si può e non si deve parlare. Menomale dai e dai ieri i Livornesi hanno finalmente avuto il coraggio di fare quello che da secoli non facevano ed invece andava fatto: fischiare il Sindaco che ha reso questa città uno squallido deserto pieno di ecomostri e macerie!

sassicaia molotov ha detto...

@HIV: Precisamente. Duole - e molto - che le iniziative come quella segnalata da Spillo (la vidi anch'io quella mostra) siano appannaggio dei soliti facinorosi antagonisti fra il silenzio e l'apatia dei cittadini, salvo risvegli allarmati e terrorizzati quando non ci si fa più a pagare affitti e mutui e allora - solo allora - si frigna sulla mafiosità del sistema immobiliare e di chi ne dispone.