mercoledì 15 aprile 2009

MASI, MA ANCHE NO


Mi si scusi l'ignoranza, ma io questo Masi direttore generale della RAI non so da quale tombino sia uscito. Insomma, non è che sia così facile star dietro a tutte le mezze figure che questo regimetto di pagliacci ogni tanto tira fuori dalle sue fogne per sistemarli in luoghi di vitale importanza per la democrazia.
Sta di fatto che 'sto Masi nel giro di poco più di una settimana ha rinviato al comitato etico della RAI una puntata di "Report" che non é piaciuta a Tremonti, messo sotto inchiesta "Anno zero" e sospeso il vignettista Vauro.
Bel leccaculo, non c'è che dire.
Sulla puntata di "Anno zero" ho già detto. E sulla "puntata riparatrice" non si capisce cosa ci sia da riparare, almeno da parte di Santoro.
Niente da dire, invece, da parte dei pagliacci del PdL sull'inesistente piano di prevenzione, nè sul cartone usato per gli edifici che son venuti giù manco fosse passato Godzilla con King Kong mentre facevano jogging. Per quanto riguarda Vauro, abbiamo solo capito che il ruolo di battutista sulla pelle dei terremotati è un'esclusiva di Berlusconi, ma che la nostra patetica informazione manco ha il coraggio di farcelo sentire in tutto il suo splendore, visto che nè RAI nè Mediaset hanno voluto mandare in onda la famigerata intervista nella quale fa riferimento al "campeggio di fine settimana" ad un'attonita intervistatrice tedesca.
L'Onnipresente vorrebbe rubare il lavoro anche a chi fa satira, ignaro che un cialtrone non necessariamente ha lo stesso effetto di un battutista satirico.
Detto ciò prendiamo atto che questa RAI rappresenta solo quel 40 e qualcosa per cento che ha votato questa maggioranza parlamentare, quindi una minoranza globale e quindi mi ritengo sciolto dal dovere di pagare il canone RAI e di aderire a qualsiasi campagna di disobbedienza civile verso un'azienda pubblica che ormai è in mano ad una casta di pessimi politicanti con pulsioni autoritarie.
Alla faccia dei servi come Masi e di chi ce l'ha mandato.

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