lunedì 27 aprile 2009

IL SINDACALISTA


Che sarebbe toccato a dei miei colleghi di sputtanare un politicante come Sergio Cofferati è cosa che mi dà un sottile prurito di soddisfazione.
Lascio per una volta da parte il fatto che i sindacati che hanno condotto la battaglia dei dipendenti del Teatro Comunale di Bologna siano FIALS e CISL-firmatutto, se anche fosse (e probabilmente lo è) uno scontro soprattutto politico ciò non toglie che una condanna per comportamento antisindacale presa da uno che ha guidato la CGIL proprio quando i diritti dei lavoratori hanno cominciato ad essere attaccati e progressivamente smembrati con inaudita facilità è una notizia che meriterebbe un commento a sè.
Come meriterebbe un commento a sè la conduzione di certi teatri di tradizione, anche solo per aver dato il fianco alle cazzate di Baricco qualche tempo fa, il quale ha dimostrato non solo di non aver la minima cognizione di cosa sia in realtà un teatro, ma anche di avere un concetto molto nebuloso quanto arrogante sull'Arte in generale; spero di tornarci su quanto prima, ma ora concentriamoci su Cofferati, il quale tra ritiri familiari, smentite, candidature a Bruxelles e ora con questo carico da 11, altro non ha fatto che definire in maniera incontrovertibile la natura cialtronesca, ambigua e doppiogiochista di tanti papaveri in seno al Partito Democratico.
Questo è l'uomo che ha guidato il più grande sindacato italiano in piena sbornia di libero mercato, eppure eravamo in pochi a definire quest'uomo una delle più grandi iatture mai capitate ai lavoratori italiani; ma come era riuscito bene a far calare dall'alto del suo scranno l'ordine di chinare la testa e di assoggettarsi a certe regole, come le prime forme di precariato senza diritti (il pacchetto Treu del 1997, ad esempio), riuscendo a vincere solo la battaglia per l'articolo 18, una battaglia che comunque hanno vinto soprattutto i lavoratori. 
Credo sia un pleonasmo fare 2+2 in questi casi e giungere ad una riflessione conseguenziale: il ruolo dei sindacati-guida va completamente ripensato togliendo loro quella fiducia a prescindere grazie alla quale hanno costruito privilegi per sè, lasciando spogliare coloro che dovevano proteggere dei propri diritti. Discorso forse troppo secco e senza distinguo. Forse.
Peccato che i fatti siano lì, inattaccabili, a sancire da che parte stia la verità. 

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