Ci stanno provando in tutte le maniere ad "equiparare" i partigiani ed i repubblichini, e figuriamoci se un governo come questo non ci avrebbe provato e riprovato.
Già di per sè imporre per legge una cosa del genere significa non avere nessuna coscienza storica, nè politica. E' un tentativo piuttosto squallido di legittimare il colpo di coda di una dittatura che si stava sgretolando senza rinunciare al solito contorno di rastrellamenti ed assassini di popolazioni civili in allegra collaborazione con l'esercito nazista in ritirata, gesta di cui è possibile constatarne l' "eroismo" grazie alle migliaia di lapidi sparse per l'Italia.
Mi spiace ma per quanto questo governo post-fascista cerchi di dare una legittimità a questa gente sono tra quelli che per sempre li annovererà tra i nemici di questa Repubblica, quella del paese in cui vivo e nel quale continuo a lottare affinchè sia migliore.
Un'altra cosa è la pietà: questa mi sorge automatica verso chi ha lasciato la vita combattendo, specie quando parliamo di ragazzi di vent'anni. Pietà e rispetto per chi pur avendo ideali completamente diversi dai miei ha combattuto credendo di fare il bene dell'Italia.
Poi STOP.
Equiparazione una sega.
C'è un modello strutturale di società completamente agli antipodi che ha diviso le due fazioni, c'è un concetto di libertà completamente agli antipodi per cui queste due fazioni hanno lottato.
Come ho già scritto, niente vieta il rispetto per gli individui a prescindere dalle idee, ma sulle idee e sul concetto di libertà, individuale e collettiva da parte mia non ammetto equiparazioni.
Quindi Berlusconi ed i suoi alleati continuino pure a provarci, facciano pure un decreto legge, facciano cosa cazzo gli pare.
Ma quello che c'è dentro il cuore delle persone non potranno mai cambiarlo, nè equipararlo.
Tanto meno ad uso e consumo degli italianuzzi da operetta di questo inizio di millennio.
1 commento:
"Ma quello che c'è dentro il cuore delle persone non potranno mai cambiarlo, nè equipararlo." D'accordissimo..
Posta un commento