mercoledì 29 aprile 2009

LET'S TALK ABOUT GIRLS



Negli anni '60 le canzoni beat presentavano dei modelli di ragazze che stavano scoprendo di non essere più oggetti di arredamento casalingo, si guardavano le prime minigonne con l'occhio di chi ha appena realizzato che gli alieni sono tra noi ed hanno la vagina e due tette, addirittura facevano piangere, o almeno, gente tipo Shel Shapiro ha versato fiumi di lacrime (e di canzoni bellissime,ça va sans dir); Caterina Caselli invece metteva subito in chiaro che nessuno la poteva giudicare, ispirando la politica della DC per i vent'anni a seguire ed indicando ad una torma di ragazzine con surplus di ormoni liberatori l'arte di chiedere perdono e riuscire a riprendersi il farlocco dopo essersi spupazzata l'Ale/Mirko/Claudiano di turno. Un mito.
Il versante maledetto ha offerto da subito esemplari notevoli: a cominciare dalla tenebrosa Nico, la chanteuse dei Velvet Underground che aveva nel curriculum presentato alla Factory una comparsata nella "Dolce Vita" di Fellini ed un figlio fatto con Alain Delon, mica qualche sfattone qualsiasi eh; qualcuno della mia generazione magari trovava sexy anche Janis Joplin o Grace Slick mentre a me ha sempre fatto impazzire Edie Sedgwick, la modella lanciata da Andy Warhol, ma qui andrebbe esplicato il concetto di fascino, concetto che è stato quasi completamente rimosso nell'attuale standard di appeal collettivo e (qui volevo arrivare) di conseguenza arriviamo a vedere risultati mirabolanti di protagonismo al femminile che se non altro, oltre a lasciare piuttosto perplessi i maschi della mia specie fanno discretamente alterare anche parecchie altre signore.
Francamente che Berlusconi usi quell'affare che nei detti popolari tira più di un carro di buoi mi sembra piuttosto scontato; l'uomo rappresenta il suo elettorato in tutto e per tutto e soprattutto sa benissimo che c'è una categoria di donne che per 5 minuti in vetrina può compiere genocidi di massa, non credo sia il caso di mettere la testa sotto terra riguardo questo non trascurabile aspetto. E pensare che una volta c'era il fascino. A me di queste veline in cerca di posizione che ci vengono sbattute in Parlamento a fare il pupazzo ventriloquo dei soliti ignobili frega più o meno un cazzo. 
Certo, ho sempre pensato che un messaggio alla Nazione proclamato da Rosa Russo Jervolino potrebbe uscire solo da un film con Totò, ma sono di quelli che ama occuparsi di una cosa alla volta: o mi sto occupando di politica o mi sto occupando di femmine con intenti poco politici. 
Inoltre i banchi del Parlamento, in particolare quelli della destra, sono popolati perlopiù da pupazzi ventriloqui e che quando provano ad esprimere concetti per conto proprio il risultato è quello di avere delle Gabriella Carlucci o delle Daniela Santanchè, donne che provocano immediatamente celestiali visioni di immense cucine Scavolini entro cui circoscrivere l'estro delle due signore a suon di calci in culo; ma qui non è che faccia discriminazione a buon mercato, d'altra parte a svariati colleghi maschi è d'uopo augurare un rapido ambientamento alle tratte ferroviarie tra il Kursk ed Ulan Bator nella loro si spera prossima assunzione come piantatori di traversine in ferro ghisato. Come dire, se il pupazzo ventriloquo è anche gradevole da vedere il popolo italiano ne è felice; guardate la maestrina Gelmini, una che il Genitore Medio Italiano vede con il reggicalze sotto la gonna, pronta a magnificare le doti del figlio alunno modello con un bel ricevimento privato nel suo ufficio con divano panterato ed ornato di frustini a nove code. O la Carfagna, la Prestigiacomo (no, signora Lario, quella non è una statista, è una statistica, che è un'altra cosa), la Meloni e tutto quel bel circo di ragazze in carriera ben distribuite nell'immaginario erotico che è il punto più vulnerabile del maschio e che stimola adeguatamente gli istinti competitivi di quelle donne che ancora riescono a metterla sul piano della sfida salvo poi finire nel letto dello psicologo, sopra e dentro.
Secondo me c'è un piano complice al quale Berlusconi ha dato impulso fin dai tempi di "Drive in" e che è stato adeguatamente raccolto e condiviso da una buona parte degli italiani.
Quindi Veronica avrà anche deciso di sbroccare ma da parte mia non posso che complimentarmi con lo staff del Ministero per la Comunicazione Mediatica (e che non esiste lo dite voi) per l'ennesimo colpo riuscito. Sono sicuro che anche le prossime puntate saranno degne di una fiction all'italiana. 

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