giovedì 2 aprile 2009

OBAMA LAMA DING DONG





Giusto per dovere di cronaca, si direbbe, ma tralasciamo Berlusconi e la puntuale figura di merda in mondovisione (perchè qui da noi Lui è Il Grande Comunicatore, non il pagliaccio che tutto il resto del mondo civile ci schifa), cioè, tralasciamo la sua puntuale figura di merda, senza dimenticare che se nel G20 in un momento di crisi globale come questa a rappresentare l'Italia c'è un coglione del genere bisogna aver paura del solo pensare ai cervelli di quelli che lo hanno votato. La "gente", quella alla quale i politici si rivolgono in cerca di voti, s'è incazzata ed ha cominciato a menare. Dai sequestri di industriali francesi, agli scontri di Londra, ora anche in Italia si inizia timidamente a seguire l'onda della protesta, ma a mio avviso siamo alle prime schermaglie.
Gli effetti di questa crisi non li conosce ancora nessuno; le ricette proposte al G20 parlano di aggiustamenti basati sugli effetti presenti, ma gli effetti futuri sono ancora incalcolabili; questo è quanto si capisce dopo la marea di parole che tracimano, dal Manifesto al Sole 24ore a Libero, che naturalmente si preoccupa di trovare nei criminali Assoluti quelli che si permettono di contestare il fatto che un sistema Sacro come quello capitalista stia rovinando la vita a buona parte dell'occidente.
Purtroppo gli scontri di piazza sono fisiologici in situazioni come queste.
A Londra si sono riuniti alcuni dei massimi responsabili (come rappresentanti degli Stati) della crisi, nessuno di questi ritiene che il superamento del capitalismo passi per una riqualificazione del concetto di forza-lavoro, sia professionalmente sia come qualità della vita (attenzione non ho detto reddito, ho detto qualità della vita), sia come partecipazione attiva alla vita politica e sociale, sia come possibilità che i comportamenti di chi gestisce le ricchezze del pianeta possano essere controllate da chi queste ricchezze le accresce col proprio lavoro.
E quindi non vedo rosa per i tempi più prossimi; le tensioni saranno destinate ad acuirsi se in tempi brevissimi le regole del gioco non cambieranno, altro che quattro/cinque spaccavetrine.
Al G8 di Genova 2001 c'erano le strade piene di gente che aveva previsto tutto.
Come rispose il governo italiano e le sue fascistissime Forze dell'Ordine ce lo ricordiamo tutti; ora il tutto può prendere un'altra piega e contemporaneamente si tolgano dalla testa, i signori, che uno solo di tutti coloro che hanno seguito e vissuto la saga genovese abbia dimenticato.

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