lunedì 20 aprile 2009

JAMES GRAHAM BALLARD (1930-2009)


"Era in atto una piccola rivoluzione, così discreta e perbene che non se n'era accorto nessuno"

Si apre così "Millennium people", uno dei migliori romanzi di James Graham Ballard, il visionario compositore di incubi tecnologici, il relatore della "Autopsia del nuovo millennio", come è stata chiamata la splendida mostra a lui dedicata e che ho avuto la fortuna di visitare l'estate scorsa al Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona.
E' stato Ballard il primo a comunicare in forma visibile gli incubi della devoluzione tecnologica, le visioni dei mostri della civiltà industriale abbandonati, dissanguati e lasciati arrugginire sotto lo sguardo per niente benevolo degli elementi, é stato Ballard ad introdurci nel cataclisma del liberismo reaganiano predetto già ne "La mostra delle atrocità", il suo capolavoro insieme a quel "Crash", sua inevitabile conclusione messa poi sul grande schermo da (e chi altri poteva?) David Cronenberg. 
E' stato Ballard a dipingere la barbarie del nuovo millennio tra condomini extra-lusso che si sfaldano sotto i colpi delle psicosi umane, di mondi sommersi e cristallizzati, di erotismo estremo e violento oltre ogni soglia di dolore fisico e psichico, ma difficilmente avrà discepoli capace di seguirne le tracce profetiche: la barbarie si sta compiendo sotto gli occhi di tutti senza che nessuno riesca a coglierne gli effetti presenti nè, tantomeno, quelli futuri.
Ballard ci ha lasciato un'eredità pesante e concreta, visibile laddove l'era industriale e tecnologica del XX secolo tira gli ultimi respiri preconizzando le catastrofi a venire.

Quando ci lascia un maestro restiamo sempre e comunque più indifesi, con la scomparsa di James Graham Ballard possiamo lanciarci nell'ennesimo Crash con un ghigno ancora più schizofrenico. E chi se ne frega se sarà quello fatale.


2 commenti:

Lindalov ha detto...

Anche Wallace é un ganzo. E anche Wallace é morto, suicida però.

Letto nulla?

sassicaia molotov ha detto...

Mah, ho messo "Infinite jest" in scaletta, anche se sono molto circospetto riguardo gli scrittori depressi. Di solito mi deprimono.