lunedì 2 febbraio 2009

LE RISPOSTE CHE VORREMMO


Ci sono pochi crimini come lo stupro che riescono a farmi ribollire il sangue. Il segnale che nella mente umana ci sono meccanismi che ci portano ad essere peggiori degli animali, ma anche che possiamo dimostrare la natura fondamentalmente aberrante di una cultura ancora promossa e sostenuta da importanti settori della società, ad esempio quella che ci vorrebbe culturalmente discendente dai "valori cristiani".
In attesa che i vescovi lefevbriani ci elargiscano il loro pensiero sulla questione, teniamo a ricordare che lo stupro fino a poco tempo fa era considerato "reato contro la morale" e non contro la persona, e che il riconoscimento della natura del crimine è avvenuta grazie ad un lungo e tormentato percorso che sarebbe bene rileggere per capire quanto sia stata difficoltosa la battaglia per arrivare almeno ad un riconoscimento che avesse caratteristiche di umanità.
Eppure sono bastati due fatti, vicinissimi tra loro, per spiegare che la partita che si sta ancora giocando sul corpo delle donne ci vede culturalmente e miseramente fotografati per ciò che siamo in realtà: cinque romeni aggrediscono una coppia, chiudono lui nel bagagliaio e violentano lei a turno: vengono rintracciati ed arrestati e quando vengono portati fuori dalla questura per essere trasferiti in carcere una folla li aspetta fuori per linciarli. Le immagini vengono trasmesse ripetutamente in tutte le TV ed i cinque animali mostrati come trofeo dal Governo della Sicurezza, che poi sarebbe

QUESTO QUA

Ma non voglio divagare.
Succede anche che nella notte di Capodanno uno di quei ragazzini decerebrati col taglio da parrucchiere alla moda e di buona famiglia, ben gonfio di sostanze chimiche, alcool e una preponderante parte di merda nel cervello pensa bene che stuprare una ragazza sia un ottimo modo di iniziare l'anno. Lo beccano, lo arrestano, LA giudice decide che il ragazzo é "sinceramente pentito" perchè si é "costituito" (poco prima che lo beccassero) e quindi lo rimanda a casa ai doomiciliari. In un TG si possono ammirare dei turbodeficenti suoi amici (e c'è anche una ragazza) che espongono uno striscione di solidarietà davanti all'abitazione di "buona famiglia" ma che, incalzati dalla giornalista sanno solo dire "nun ciavemo niente da dire" (non che ci fossero dubbi).
Fare 2+2 in questi casi non è poi così difficile. Siamo ancora al punto in cui la giustizia riesce a concepire attenuanti inconcepibili che di fatto contribuiscono ad alimentare la cultura dello stupro, siamo ancora al punto che sul corpo delle donne si continua ad esercitare un diritto prioritario di violenza, siamo ancora al punto che il maschio italiano può rovinare per sempre l'equilibrio psicofisico di una ragazza e sentirsi quasi coccolato da un giudice donna.
C'è una cultura da sradicare, ed i tempi portano dritti verso cambiamenti che vedranno una contrapposizione sempre più aspra tra i modi di intendere la violenza di genere e che dovrà dare risposte chiare. Ma finchè le risposte saranno quelle di linciare gli animali stranieri e di lisciare il pelo a quelli nostrani vuol dire che la strada è ancora lunga.
E qualcosa deve cambiare profondamente, ne va del nostro diritto a considerarci un popolo civile.

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