venerdì 6 febbraio 2009

ANTIBERLUSCONISMO E ALTRE AMENITA'



Essere antiberlusconisti è superato, credo proprio che ora sia vero in maniera inconfutabile. L'omino di Arcore non è più attaccabile a livello politico se non sull'onda della quotidiana dose di cazzate ai quali i portavoce dei veltroniani (che purtroppo non sono una razza aliena ma terrestre e peggio ancora italiana) rispondono solitamente con altre fragorose cazzate spesso in disaccordo tra loro.
E' l'assetto democratico della Repubblica che sta compiendo un processo ormai difficilmente reversibile. Il PD riesce a fare più cazzate di quando era al governo sotto le spoglie dell'ulivo, i silenzi sui temi dove serve un minimo di definizione di valori da parte di Veltroni cominciano ad essere imbarazzanti anche per la moglie e nel mentre la destra continua a perseguire il suo disegno, tra gli applausi di molti italiani, c'è ancora chi pensa abbia senso combattere politicamente Berlusconi.
Alla sinistra, ad esempio, basterebbe fare quello che storicamente deve fare, cioè tornare fra la gente, sui posti di lavoro, nelle fabbriche e nelle scuole, con l'attivismo dei giovani, creando spazi, ma lasciamo perdere perchè chiunque abbia militato in un partito può testimoniare la lungimiranza dei dirigenti locali e dei loro adepti. Non è necessario arringare lotte di popolo da operetta tipo gli scioperi generali della CGIL, quando le coscienze si risvegliano al fatto che il modello culturale che ci stanno imponendo lo si combatte anche e soprattutto dentro di noi la volontà popolare diventa un termometro difficile da gestire a comando; non ci sono più le impassibili facce di bronzo democristiane, questi abbaiano e se abbaiano vuol dire che non si sentono ancora abbastanza al sicuro.
Gli italiani hanno lo stomaco forte, ma nei prossimi tempi saranno chiamati ad una prova di tenuta civile che mi auguro di vincere.
Le politiche sociali saranno decisive nel determinare il prossimo voto, ma al momento non posso indovinare in quanti frammenti si presenterà la sinistra, ad esempio. Una scissione dei Rizziani dai Dilibertiani del PdCI è una cosa che a succedere ci mette quanto io a scolarmi una Beck. Così chi vuole fare opposizione si deve mettere nelle mani di un comico, un poliziotto e un cronista giudiziario. Doveva arrivà baffone, sono arrivati i Fratelli Marx.
Un solo partito di sinistra forse avrebbe già catturato i Piddini pentiti (perchè nessuno mi venga a dire che non ce n'è), non avrebbe avuto problemi col 4 e nemmeno col 10%, sempre chè il partito unico di sinistra avesse continuato a fare il partito di sinistra, non lo stemmino con la falce e martello portato a giro con le sembianze di Bertinotti, perchè se lui ha capito come si guida un partito di sinistra io allora domani vi costruisco un satellite più potente di Echelon con gli scarti di una Ford Capri. Non si può pretendere di contrastare anche solo culturalmente e nella capacità di "arrivare" al popolo, uno con tre televisioni, più due, più tutto il resto andando avanti a forza di scissioni. Ogni discorso che va fuori da questa esigenza primaria sono distinguo che Stalin avrebbe giustamente punito con il gulag.
Nessuno si scandalizzi, il processo degenerativo che ha colpito il partito del dopo-PCI non è stato un adeguamento ai tempi, è stata una resa preventiva.
D'altra parte il passaggio tra un politico della statura di Berlinguer a quello della statura di Occhetto sarebbe stato letale anche per il Cristianesimo, la corrente politica più rompicoglioni della Storia.

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