venerdì 30 gennaio 2009

LA MEMORIA DEI SERVI

Lo stato dell'informazione in Italia é pessimo, questo é un dato di fatto acuito anche dalla Rete, ma dire che siamo a livelli di dittatura é quantomeno sbagliato. Si può parlare di possibilità di accesso ai mezzi di comunicazione, ma non di mancanza di mezzi o di legislazioni liberticide in materia di flusso di notizie.
Tuttavia il modo di comunicare dei poteri rimane abbastanza statico nel suo svolgersi.
Uno può addormentarsi riguardo l'ennesima celebrazione del "giorno della memoria" ed addormentare le cose successe fino a pochi giorni prima, ma per una rapida rinfrescata ho scelto di linkarvi qui il blog di Fulvio Grimaldi.
Sono sinceramente sopraffatto dal ribrezzo che la nostra classe politica dominante e la Chiesa sono riuscite a provocarmi come in questo frangente: sul blog che ho linkato potete ammirare, tra le tantissime foto pubblicate, una serie di foto comparate che sono sicuro stanno già facendo il giro della Rete; ciò che veramente c'è di atroce é che neanche davanti al disastro della diplomazia internazionale, neanche davanti a queste scene raccapriccianti, la principale preoccupazione del governo é stata quella di strillare a più non posso la loro vicinanza ad Israele, e la Chiesa ha fatto da degno contorno con l'indecente telenovela dei lefevbriani, che sono entrati tranquillamente in partita per riportare, ben accolti dall'Umile Vignaiuolo, un pò di puntini sulle i in questo mondo di senzadio.
Non riescono neanche a riservare un attimo di pietà per gli innocenti. Non riescono a concepire lo strazio ed il dolore di chi queste scene le vive ogni giorno, non possono concepire l'orrore che essi stessi creano giorno dopo giorno. Non c'è una denuncia di queste atrocità, e chi le mostra, come ha fatto Santoro, viene aggredito senza pietà, dai berluscones come dai veltrones.
E' questa la vera atrocità: ormai non c'è orrore che tenga davanti alle ragioni dell'essere servi.
Servi di cui Israele per vivere non ha assolutamente bisogno, e, tengo a ribadirlo, neanche noi.

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